ALPAGO - Un banale incidente, una precedenza non rispettata, auto ammaccate, un piccolo spavento, qualche botta, ma nulla di serio. I rilievi vengono eseguiti dai carabinieri che in quel frangente non dispongono dell'etilometro e i due automobilisti vengono inviati ad andare in ospedale per essere sottoposti ai prelievi ematici per verificare la presenza di tracce di alcol o droghe nel sangue. Sorpresa: in quello di P. F., il 66enne di Alpago che era al volante della Punto, una delle due auto coinvolte, vengono trovati residui di metanfetamine, sostanza stimolante molto potente che causa alterazione dell'umore, incremento dell'attività fisica e dell'attenzione, euforia; è contenuta negli stupefacenti. Mettersi alla guida sotto effetto di tale sostanza costituisce reato e l'esito del prelievo non lascia scampo all'uomo: auto sequestrata, patente sospesa dal Prefetto, per 13 mesi, processo.
L'ODISSEA
Siamo in Alpago nell'ottobre 2021. P. F. cerca di spiegare le proprie ragioni: non ha mai fatto uso di droghe, le metanfetamine sono contenute nello jumex, un farmaco che sta assumendo e che gli ha prescritto il medico per limitare gli effetti del morbo di Parkinson che lo affligge da tempo, ma che non incide sulle capacità di guidare un veicolo.
LO SFOGO
«Mio padre esce a testa alta da un calvario durato 12 mesi -spiega la figlia- con la beffa di dover saldare il conto con l'avvocato, qualche migliaio di euro e la sensazione di aver subito il trattamento che si riserva ai delinquenti, senza contare le conseguenze, anche sul piano psicologico che questa vicenda ha procurato in un uomo già provato da una malattia così devastante». Dura lex, sed lex.