Consulta, le nomine risultato
di partite di scambio tra partiti

Giovedì 17 Dicembre 2015
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Caro direttore,
in una stagione in cui le riforme sono la bandiera del “fare” governativo, rischiamo di trovarci senza la Corte Costituzionale, eppure la Consulta è un organo fondamentale del sistema democratico italiano. Veramente strano che i nostri parlamentari non riescano a nominare tre Giudici costituzionali: prevalgono i giochi di voto legati a dinamiche politiche di parte e questo offende ancor di più la dignità di un Paese in cui Governo e Parlamento smettono di essere dignitosi.
Trovare tre stimate persone per ricoprire la carica in questione dovrebbe essere un semplice compito democratico, invece le forze politiche (tutte) mostrano poca responsabilità accampando le più assurde scuse. Noi cittadini cosa siamo autorizzati a pensare? E’ una inadempienza grave, tanto che l’allora Presidente Cossiga, in una situazione simile, arrivò a minacciare lo scioglimento delle Camere: visto l’andazzo, è una ipotesi plausibile che anche il Presidente Mattarella dovrebbe prendere in considerazione. Ma di elezioni nessuno vuol sentir parlare, l’attuale casta politica sembra allergica al giudizio popolare.

Silvano Lorenzon

Maserada sul Piave (Tv)

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Caro lettore,
il pericolo è scongiurato, l'accordo è stato trovato e finalmente la Corte ha i suoi tre nuovi giudici. Ma ciò che è accaduto, in realtà, non è affatto strano. E non lo sarà finchè vecchi e nuovi partiti non rinunceranno alla tentazione di trasformare ogni disputa parlamentare in un corrida, dove i colpi bassi, le furbizie e le manovrine diventano pratica quotidiana a prescidere dalla sostanza dei problemi. Come dimostra anche l'esito di questa vicenda, l'estenuante trafila per la nomina dei tre giudici della Corte Costituzionale non è stata causata da un acceso dibattito sulle competenze o le qualità del curriculum dei diversi candidati, ma dalle schermaglie infinite tra le forze politiche.
Una storia francamente avvilente che contribuisce non solo a screditare il parlamento (come se ne fosse bisogno!) ma anche ad umiliare la Corte Costituzionale, le cui nomine finiscono con l'essere o apparire il risultato di partite di scambio tra i partiti.

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