Giornalisti e politici non sono sullo stesso piano: i primi hanno il dovere di fare domande, i secondi di dare risposte

Sabato 14 Dicembre 2019
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Gentile Direttore,
mi ha sorpreso molto la eccessiva reazione e l'aspro sdegno dichiarato dal conduttore Formigli l'altra sera nella trasmissione Piazza Pulita, a proposito dei post provenienti dall'area di Italia Viva che mostravano la sua casa esposta al pubblico con brutale violazione della privacy. Ma il giornalista che appare così esperto nella conduzione della sua trasmissione trattando di misfatti e crimini della politica, è poi così ingenuo da ignorare come sono sfacciati fino alla crudeltà, incontrollabili e inarrestabili, gli interventi di fan e opinionisti sui Social? Non lo posso credere; piuttosto penso che Formigli abbia inaspettatamente sperimentato come l'assalto offensivo che spesso i giornalisti, con più o meno leggerezza, scatenano con servizi, foto e dichiarazioni, quando poi tocca a loro, quando colpisce proprio loro, è iniquo e fa male. Una buona lezione, non crede?


Flora Dura 
Treviso


Cara lettrice, 
mi dispiace: no, non lo credo. Non penso sia stata una bella lezione. Per nessuno. Prevengo l'obiezione: non sto difendendo per partito preso la mia categoria. Ne conosco e riconosco difetti ed errori, anche gravi. Non ho alcuna simpatia per il giornalismo astioso e prevenuto e neppure per qualche mio collega che si pavoneggia nell'interpretare il ruolo di vittima. Ma occorre avere chiaro che chi fa informazione ha ruoli e doveri diversi nei confronti dell'opinione pubblica rispetto a chi fa politica, ossia rispetto a chi ha deciso di rappresentare il popolo. I primi hanno il dovere di fare domande, i secondi hanno il dovere di dare risposte. Non viceversa. Le modalità attraverso cui un uomo politico acquista una casa rivestono o possono rivestire un interesse pubblico. Soprattutto se su di esse, giusto o sbagliato che sia, la magistratura ha acceso un faro e aperto un'inchiesta. Dove abiti un giornalista, quante stanze abbia la sua abitazione o come siano arredate è invece un fatto del tutto privato. Renderle pubbliche non ha alcuna giustificazione. Risponde solo a una logica tribale di vendetta: occhio per occhio, dente per dente. Sappiamo bene che queste sono le dinamiche che muovono spesso i social e le piazze virtuali. Ma la politica dovrebbe dissociarsi da essi, non alimentarle o giustificarle 
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