Mercato politici: divorzi e cambi di casacca, partiti alle grandi manovre inseguendo un seggio Ue

Decine di parlamentari e consiglieri regionali si riposizionano per il voto. L’eccezione Rosato: formalizza l’addio a Renzi ma rimane tra i deputati di Iv

Lunedì 2 Ottobre 2023 di Francesco Malfetano
Mercato politici: divorzi e cambi di casacca, partiti alle grandi manovre inseguendo un seggio Ue

 Più che tra le carezze del vento del cambiamento in queste settimane i palazzi della politica italiana sembrano essere finiti al centro di un vero e proprio tornado. Da destra a sinistra passando per il fu Terzo polo e la rinascente Forza Italia, deputati e consiglieri si muovono agevolmente tra i partiti, mixando casacche e fedeltà. 
L’ultimo in ordine tempo - per quanto preannunciato - è il senatore di Italia Viva Ettore Rosato. Al pari dell’ex ministra Elena Bonetti appena passata da Iv ad Azione, Rosato è finito in rotta di collisione con Matteo Renzi. Adesso saluta pur giurando, per ora, di non essere pronto ad aggregarsi a nessuno, Pd o FI che sia, né di guardare a Bruxelles (anzi, resta formalmente iscritto al gruppo parlamentare renziano). 
Il percorso inverso nell’infinito ruba bandiera tra l’ex premier e Carlo Calenda lo ha invece appena compiuto la deputata Isabella De Monte, approdata in Italia viva come l’ex vicepresidente dem del Senato Rosa Maria di Giorgi.

Pd che, del resto, appena qualche mese fa, ha già perso Enrico Borghi (passato proprio a Iv) e l’eurodeputata Caterina Chinnici, migrata a FI. 

LE ELEZIONI

Ad oliare le porte girevoli delle sedi di partito dell’intera Penisola sono infatti soprattutto i prossimi orizzonti elettorali. Se tutti gli acquisti giurano fedeltà eterna alla nuova maglia e di non aver alcuna intenzione di candidarsi alle prossime elezioni, tra amministrative, voto regionale e opportunità europee, un posto al sole è a portata di mano. E così tra consigli, giunte e assessorati, regionali come comunali, il reclutamento di “porta preferenze” - potenzialmente determinanti alle Europee - è diventato lo sport più praticato. 

Solo nell’ultimo mese due consiglieri del Lazio ex M5S sono passati in Forza Italia (Della Casa e Colarossi); la sarda Anita Pili e l’emiliano Geraci hanno raggiunto Renzi dal Pd e da Azione; il ligure Pippo Rossetti (assieme ad altri 29 esponenti locali) ha mollato i dem per andare da Calenda che però ha visto dimettersi l’intera segreteria in Valle d’Aosta; il leghista veneto Marcato è a un passo dall’intraprendere il nuovo percorso azzurro di Antonio Tajani che però - caso eclatante - ha appena “perso” il toscano Maurizio Sguenci, passato ad agosto da Iv ad FI, ma tornato sui suoi passi pochi giorni fa.

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Il grande gioco però non è senza strascichi. Perché il fair play concordato all’interno del centrodestra dopo la morte di Silvio Berlusconi ora scricchiola pericolosamente, picconato - ad esempio - dal neo forzista Flavio Tosi che drena il suo ex bacino leghista. O, peggio, dallo guerra fredda apertasi in Sicilia e a Palermo dopo la nascita della Nuova Dc di Totò Cuffaro e il passaggio del consigliere comunale Alotta a Forza Italia. L’aria in pratica, è più o meno ovunque quella di un tutti contro tutti. E non ammanta solo chi andrà a riempire le liste dei partiti nella corsa per il nuovo Parlamento europeo ma pure chi, invece, farà da frontman. 

LE LISTE

In maggioranza come in minoranza si affinano le strategie, ma la sola certezza è che - complice la necessità del centrodestra di governo di contare il più possibile in Ue - ci saranno molti big. In attesa di sciogliere il nodo Meloni (Giorgia o Arianna che sia), la Lega ad esempio ragiona sullo schierare in prima linea i governatori Zaia e Fedriga (che ovviamente, per ora, smentiscono). Di contro il voto di giugno rischia di trasformarsi in un redde rationem nel Partito democratico targato Elly Schlein, ancora alla ricerca di una chiave (tutte le capi-lista donne?) per non finire schiacciata dall’ennesimo rilancio di sindaci e governatori. Se il presidente dem e governatore emiliano ieri è tornato a sfilarsi («Mi candido a fare il nonno...»), scalpitano per un ruolo di prim’ordine i vari Decaro, Gori e Nardella. 

I CINQUESTELLE

“Volti noti” a cui guarda ovviamente anche il M5S, pronto a schierare l’ex presidente di Inps Pasquale Tridico, (di nuovo) la conduttrice Rai Donatella Bianchi, la fedelissima di Beppe Grillo Nina Monti o l’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio. 
A otto mesi da giugno in pratica, sembrano iniziare ad allinearsi gli astri, aprendo la porta più che a governi tecnici e rimpasti di vario tipo, a veri e propri fuochi d’artificio. 

Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 14:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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