La disinvoltura offensiva nell'uso della parola "censura" e le denunce del degrado pubblicate dal giornale

Martedì 5 Marzo 2024

Gentile Direttore,
da un paio di giorni sul vostro giornale viene dato grande spazio all'attività di controllo del territorio che le forze dell'ordine, con il plauso del sindaco, starebbero svolgendo nel cosiddetto "trapezio" mestrino e, in particolare, lungo Corso del Popolo e laterali. Ieri a mezzogiorno un amico è stato brutalmente aggredito e rapinato all'interno del cortile di un condominio di via Aleardi. È stato un episodio particolarmente efferato e che avrebbe potuto avere conseguenze fatali. Episodio seguito da regolare denuncia alle forze dell'ordine. Nella mia disillusione di cittadina non ho potuto non interpretare l'assenza di menzione di questo episodio da parte del giornale come un tentativo di non offuscare e non ridicolizzare l'operazione di messa in sicurezza in atto. Ma, al di là della censura della stampa e della supposta gioia con cui la cittadinanza avrebbe accolto le iniziative delle istituzioni, al di là dei proclami, credo che chi vive a Mestre sia perfettamente consapevole di quale sia la realtà.

Francesca Vidali


Cara lettrice,
mi stupisce sempre la disinvoltura con cui alcuni lettori usano, anzi scagliano contro di noi la parola censura: temo senza rendersi conto della gravità di questa parola e accusandoci di non pubblicare notizie per misteriosi disegni superiori o per compiacere l'uno piuttosto che l'altro potentato.

La sua lettera è in questo senso esemplare. Secondo lei noi non avremmo dato la notizia dell'aggressione a scopo di rapina subita da un suo amico per non "ridicolizzare" le attività di controllo avviate dalle forze dell'ordine in alcune aree del centro di Mestre. Ora, che la disavventura di questo suo conoscente sia stata denunciata, non significa automaticamente che sia stata poi resa nota ai giornali né credo che il suo amico l'abbia fatto. Ma credo che lei non abbia preso in considerazione questa possibilità. Da cittadina disillusa lei non ha potuto fare altro che interpretare l'assenza di questa notizia come un'evidente e palese censura. Vorrei chiederle: chi ha denunciato, chi ha documentato e raccontato, con grande spazio ed evidenza, nelle scorse settimane il degrado e i fatti di violenza che si sono susseguiti in Corso del Popolo e in altre aree del centro di Mestre, dando poi voce ai timori e alla rabbia di abitanti e commercianti della zona? Lo abbiamo fatto noi, senza minimizzare o offuscando alcunché. Può sfogliare le raccolte del Gazzettino per rendersene conto: abbiamo dedicato a questo tema molte pagine, senza preoccuparci di dispiacere o di compiacere nessuno. Lei ha tutto il diritto di essere arrabbiata e delusa per le condizioni di insicurezza in cui versano alcune aree della sua città. Ma non ha alcun diritto di denigrare ingiustamente il nostro lavoro.

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