Dimenticato nello scuolabus, per il bimbo ora il pulmino è come un mostro. «Disturbo da stress post traumatico»

Per il piccolo alunno è iniziata la materna e, a singhiozzo, ha ripreso il bus per superare il trauma. Trasferiti autista e assistente

Domenica 1 Ottobre 2023 di Rosalba Emiliozzi
Campli, bambino dimenticato nello scuolabus: trasferiti autista e assistente

L’anno scolastico è ricominciato anche per il bambino di 3 anni dimenticato nello scuolabus nel giungo scorso per quasi otto ore: legato al seggiolino e disidratato è vivo solo perché in quei giorni le piogge avevano fatto abbassare la temperatura. Per il piccolo alunno è iniziata la materna e, a singhiozzo, ha ripreso il pullman che per lui ha la forma di un mostro. Ci è risalito, anche se con difficoltà e senza continuità. «A volte lo va a prendere a scuola la mamma, altre volte lo porta lei e il piccolo torna con il pulmino» spiega l’avvocato Michele Di Giuseppe che tutela la famiglia di Campli, in provincia di Teramo, ancora sotto choc per quanto accaduto.


Per il bambino sono tentativi di ritorno alla normalità, con un nuovo autista alla guida e l’assistente 60enne che l’aveva lasciato nel bus destinata ad altro ruolo. «Ho chiesto un appuntamento con il sindaco di Campli - continua il legale - i genitori vogliono capire quali mansioni sono state assegnate ai due dipendenti comunali».

Ora sul pulmino con i bambini viaggia l’assistente di ruolo, una 50enne. «All’epoca dei fatti, per un singolo giorno l’assistente di ruolo venne sostituita dalla persona che oggi è indagata», spiega il legale.

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Le indagini della pm Francesca Zani proseguono di pari passo con il percorso medico sanitario del bambino. Nei giorni scorsi la procura ha ascoltato il nonno paterno e la nonna materna del piccolo sul suo comportamento. I nonni hanno notato «un’irrequietezza che il bambino non ha mai avuto, ha incubi frequenti, si sveglia di notte di soprassalto e dice “pulmino” e appena lo vede aggirarsi nei pressi dell’abitazione si spaventa, scappa e si nasconde in casa». Prima il bambino mangiava in maniera regolare, ora l’appetito è diminuito anche se ha ripreso un po’. La situazione psico-fisica del piccolo viene monitorata con visite regolari dalla neuropsichiatra infantile e dalla psicologa pediatrica della Asl, sedute assegnate dall’ospedale di Teramo.

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«La neuropsichiatra ha evidenziato che c’è un disturbo da stress post traumatico, nel linguaggio e nell’alimentazione - dice l’avvocato Di Giuseppe - I genitori sono preoccupati e stanno cercando di far superare il trauma al bambino. Su consiglio della specialista, i genitori stanno provando a farlo andare a scuola in pulmino, i primi giorni non c’era verso, non voleva salire, ora in maniera saltuaria ci sale. Ma adesso ci preme anche capire dove sono stati ricollocati l’assistente e l’autista, ci è giunta notizia che sono tornati al lavoro con altre mansioni. E l’assistente, che aveva la responsabilità del controllo del bus, ora sarebbe stata assegnata all’assistenza di un bambino disabile».
L’avvocato, a suo tempo, ha presentato denuncia per omissione di soccorso, lesioni personali colpose e l’abbandono di minore. Il piccolo a scuola quella mattina non ci arrivò mai, rimase prigioniero nel bus dalle 8,30 fino alle 16 quando qualcuno si accorse che era piegato sul seggiolino, legato, incapace di muoversi e interagire. «L’assistente andò a trovare la mamma due volte e la seconda volta disse di aver fatto scendere tutti i bambini, ma ammise di non essere salita sul bus a controllare se ci fosse rimasto qualcuno perché l’autista le aveva messo fretta» conclude il legale.
 

Ultimo aggiornamento: 2 Ottobre, 10:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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