Amina scappa dalla famiglia che la vuole chiudere in casa: «Mi hanno detto che sono troppo occidentale». Ora chiede di poter studiare

Salerno, la 18enne spiega di essere fuggita da casa per sottrarsi ai parenti marocchini.

Venerdì 21 Luglio 2023
«Sei troppo occidentale», Amina fugge dalla famiglia che la vuole chiudere in casa. E chiede aiuto per poter studiare

Quasi duecento donazioni in due giorni, oltre 4.600 euro raccolti. Diventa virale sul web la richiesta di aiuto lanciata su una piattaforma di crowdfunding da Amina, 18 anni, che spiega di essere fuggita da casa per sottrarsi al controllo rigido dei parte dei familiari marocchini che, dopo aver scoperto il suo legame sentimentale con un coetaneo, avevano iniziato a controllarle il cellulare e le uscite, annunciandole che dopo il diploma superiore avrebbe dovuto interrompere gli studi.

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Le vessazioni

Da pochi mesi cittadina italiana, Amina risiedeva in un piccolo comune del Salernitano, Castelnuovo Cilento, con la madre e la sorella; il padre è morto otto anni fa.

Poche settimane fa era riuscita a superare con successo l'esame di Stato nel liceo scientifico di Vallo della Lucania. Subito dopo l'ultima prova ha fatto perdere le sue tracce e due giorni fa, su GoFoundMe, ha raccontato nel dettaglio la sua storia al popolo del web, spiegando che i fondi raccolti le serviranno per frequentare l'università e diventare medico. «Tre mesi fa - scrive Amina - quando la mia famiglia ha scoperto attraverso una conoscente che fossi fidanzata e che mi vesto come una adolescente occidentale, la situazione è degenerata. Quel giorno è stato un incubo. Appena tornata a casa ho provato una paura indescrivibile.

Incrociavo solo sguardi d'odio, di delusione e di rabbia. Mia sorella ha iniziato a picchiarmi in faccia, io riuscivo solo a piangere, ma le parole mi colpirono più forte dei pugni che ricevevo in continuazione. 'Hai portato disonore alla famiglia, se papà fosse ancora vivo ti avrebbe odiato, per noi sei mortà. Ho dovuto sentirmi dire le cose peggiori per tutto quel giorno e nei mesi successivi». Amina racconta che la madre e la sorella intendevano farla ritirare subito dagli studi, e che solo la paura di controlli in caso di un abbandono improvviso le avrebbe permesso di rimanere al liceo fino alla maturità, ma in un clima di asfissiante controllo. «Dovevo studiare con la porta aperta, venivano ogni 10 minuti per capire se avevo un telefono o stavo studiando. Non potevo dormire da sola e anche per uscire a buttare la spazzatura non dovevo superare un minuto fuori. Ho sopportato e ho resistito fino alla maturità. Sono riuscita ad uscire con 100 e lode da uno scientifico malgrado la situazione. Il giorno dell'orale poi mi hanno aiutato gli assistenti sociali, che mi hanno condotta in una struttura».

La fuga

Qui però Amina non è riuscita ad ambientarsi, e se ne è allontanata. «Ora sono da sola con pochi soldi e devo pensare al mio futuro. Voglio diventare dottoressa iscrivendomi alla facoltà di medicina. Non nego di aver bisogno di aiuto, ammetterlo è già di per sé coraggioso. Questi fondi verranno utilizzati per la mia istruzione, insieme a quelli che accumulerò da sola lavorando senza studiare fino al prossimo anno, in modo che possa diventare ciò che avevo promesso a mio padre da piccola». A lei vanno anche gli auguri del sindaco di Castelnuovo Cilento, Eros Lamaida: «È una ragazza gioiello. So che in questo momento è seguita da un centro antiviolenza e che ci sono indagini in corso da parte dei carabinieri». I fatti denunciati da Amina per Lamaida sono «gravissimi» e «inimmaginabili per un piccolo comune come il nostro». «Tutto il Cilento» secondo il sindaco si sta mobilitando per Amina, supportando la sua raccolta fondi.

Ultimo aggiornamento: 22 Luglio, 13:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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