Disabilità, approvato il decreto sul progetto di vita: dalla rimozione del termine "handicappato" alla riforma sull'invalidità civile, cosa cambia

Una «rivoluzione culturale e civile» secondo la ministra per le disabilità Alessandra Locatelli​

Lunedì 15 Aprile 2024
Disabilità, approvato il decreto sul progetto di vita: dalla rimozione del termine "handicappato" alla riforma sull'invalidità civile, cosa cambia

È stato approvato oggi in via definitiva dal Consiglio dei Ministri l'ultimo decreto attuativo della legge delega in materia di disabilità che riguarda il Progetto di vita.

Un decreto importante, necessario a garantire una presa in carico completa della persona dal punto di vista sanitario, sociosanitario e sociale e per superare le frammentazioni di prestazioni e servizi.

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Il decreto

Non più il disabile e la sua famiglia costretti a rincorrere i mille rivoli della burocrazia con richieste di duplicati di accertamenti, visite mediche e certificati. Ma un'amministrazione "amica", al servizio dei disabili con un progetto personalizzato a seconda delle esigenze e delle scelte della singola persona. È l'obiettivo dell'ultimo decreto attuativo della legge delega in materia di disabilità approvato in via definita dal Consiglio dei ministri che introduce il "Progetto di vita". Una «rivoluzione culturale e civile» secondo la ministra per le disabilità Alessandra Locatelli. Il progetto di vita accompagna la persona disabile fin dai primi anni nel percorso all'interno della scuola e prosegue con la formazione e l'inclusione lavorativa fino a garantire un aiuto nella ricerca della casa. Il tutto avendo come faro i desideri e le aspettative della persona disabile e della sua famiglia. Quello approvato dal Cdm è il decreto attuativo più importante poiché serve a valutare le disabilità e a garantire una presa in carico completa della persona dal punto di vista sanitario, socio sanitario e sociale unificando i tre ambiti. È anche il più rilevante poiché contiene la riforma delle procedure di accertamento dell'invalidità civile e della valutazione multidimensionale necessaria proprio per l'attuazione del progetto di vita individuale e personalizzato. Il decreto, infine, affronta anche un altro aspetto importante, quello definito dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità "accomodamento ragionevole", che in pratica significa adeguare le normative in modo da poter garantire ai soggetti disabili "l'uguaglianza con gli altri" sui diritti e sulle libertà fondamentali.

La sperimentazione

Le nuove procedure entreranno in vigore con una sperimentazione che partirà dal 1 gennaio 2025 in alcune province e avrà una durata di 12 mesi. Se tutto andrà come previsto il decreto andrà a regime nel 2026. Il procedimento unitario e soprattutto unificato per l'accertamento dell'invalidità civile sarà infatti affidato dal 1 gennaio 2026 all'Inps. Con la nuova normativa, infine, l'Italia si allinea all'Agenda Europea 2021/2030 e al Pnrr. I fondi a disposizione per l'attuazione sono 350 milioni di euro a partire dal 2026, a cui si aggiungeranno ogni anno 85 milioni. Per la ministra alle Disabilità Alessandra Locatelli si tratta «del cuore della riforma» e di «una straordinaria opportunità per le persone con disabilità». Si comincia a parlare «non più solo di assistenzialismo ma di valorizzazione delle persone» aggiunge ribadendo uno dei punti che le sta più a cuore della riforma: «Un passo importante nella nuova visione sarà la rimozione in tutte le leggi ordinari dei termini "handicappato" e "portatore di handicap" per restituire dignità e centralità alla "persona con disabilità"».

Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 09:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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