«Allah è grande e ci regalerà il martirio». Questo, lo scorso giugno, diceva a un suo connazionale il siriano Tarif Robeih Abo, 23 anni. Approdato sulle coste calabre a bordo di un barcone, l’uomo era votato al martirio. Ieri, la Guardia di finanza di Catanzaro lo ha arrestato con l’accusa di terrorismo internazionale. L’indagine è stata coordinata dal procuratore Nicola Gratteri e dal sostituto Giovanni Bombardieri.
Il terrorista, secondo gli accertamenti svolti dagli uomini del colonnello Michele Di Nunno, «appartiene al fronte Jabhat Al Nusra, il ramo di Al-Qaeda attivo in Siria e in Libano«.
Le Fiamme gialle hanno intercettato anche i suoi dialoghi: «Voglio registrare il martirio», ripeteva al fratello. Al vaglio degli investigatori ci sarebbero anche le chat. «Dalla disamina del materiale rinvenuto e tradotto da un interprete – documenta il decreto di fermo – emerge la volontà dell’indagato ad operazioni di martirio, la sua partecipazione al fronte Jabhat al Nusra e la grande disponibilità di armamenti bellici».
Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 14:48
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il terrorista, secondo gli accertamenti svolti dagli uomini del colonnello Michele Di Nunno, «appartiene al fronte Jabhat Al Nusra, il ramo di Al-Qaeda attivo in Siria e in Libano«.
Determinanti sono stati i file, circa un milione, estrapolati da diversi dispositivi mobili. Una foto ritrae il siriano con una bomba in mano e una bandana in cui campeggia la scritta «Allah è grande». Un’altra lo immortala con un fucile ed esplosivi.
Le Fiamme gialle hanno intercettato anche i suoi dialoghi: «Voglio registrare il martirio», ripeteva al fratello. Al vaglio degli investigatori ci sarebbero anche le chat. «Dalla disamina del materiale rinvenuto e tradotto da un interprete – documenta il decreto di fermo – emerge la volontà dell’indagato ad operazioni di martirio, la sua partecipazione al fronte Jabhat al Nusra e la grande disponibilità di armamenti bellici».