Denunciati hotel fantasma: prenotazioni ma l'albergo è chiuso, i clienti dirottati altrove

Domenica 26 Gennaio 2020 di Nicola Munaro
Turisti a Rialto
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VENEZIA - Almeno dal 2016 sui principali siti di prenotazione on line, erano in vendita camere di tre hotel nella zona centrale di Venezia che poi, quando il cliente si presentava prenotazione in mano, risultavano chiusi. E nel cartello affisso alla porta, con il quale ci si scusava per il disturbo, c’era anche la soluzione: raggiungere la vicina portineria di un altro albergo, il quarto della stessa catena di proprietà di un veneziano, che avrebbe sistemato gli ospiti in quest’ultimo hotel, con buona pace per quanto era stato prenotato da casa.

LA DENUNCIA
Tutto questo meccanismo (ben rodato e oliato come dimostrerebbero gli atti adesso nelle mani della procura di Venezia) sarebbe una truffa aggravata, secondo l’esposto presentato in procura dall’avvocato Sarah Franchini per conto di un cliente che aveva prenotato la stanza in uno dei tre hotel della catena cittadina tenuti chiusi, salvo poi - arrivato a Venezia - fare i conti con la realtà, le porte sbarrate e l’invito a rivolgersi alla reception dell’unico albergo in funzione. 
Per smascherare l’intero sistema, nella denuncia sono riportati anche tutti i commenti trovati a corredo delle prenotazioni che dimostrano come più di un utente, almeno dal 2016, fosse caduto nella rete tesa dall’imprenditore denunciato per truffa aggravata. Perché se il mettere in rete stanze che poi non si possono utilizzare è già di per sé una truffa, farlo sfruttando l’impossibilità di chi prenota (e quindi, stipula un contratto) di verificare l’effettivo stato delle cose al momento della richiesta, è un’aggravante sulla quale ora la procura dovrà indagare, dopo aver ricevuto l’esposto.
Le fondamenta sulle quali poggia la denuncia recapitata a palazzo di Giustizia, sono una prenotazione realmente effettuata e l’impossibilità di poter accedere alla struttura ricettiva da parte di un cliente: in questo caso il turista arrivato a Venezia poteva comunque trovare posto in uno degli altri hotel della catena locale, come indicato nei cartelli affissi alle porte d’ingresso degli hotel prenotati, che indicano anche la distanza e il percorso da fare per raggiungerla.

L’INDAGINE DELLA POLIZIA
Nella stessa denuncia, portata anche al comando della Polizia locale, si raccontava di come tutte le strutture del gruppo agissero nello stesso modo. Da qui era nata un’indagine degli agenti del Servizio attività produttive ed edilizia della Municipale che nei giorni prima di Natale avevano multato le strutture e compilato una relazione ora sul tavolo del comandante del corpo di Polizia e pronta a finire a palazzo di Giustizia.
Perché aver messo in vendita sui portali internet di prenotazione alberghiera, delle camere in strutture che in realtà non erano aperte, significa violare la legge regionale 11 del 2013 sullo Sviluppo e sostenibilità del turismo veneto. Ed era servito a poco anche l’aver rimediato sistemando i clienti in altri hotel di proprietà, perché le camere in cui i turisti venivano dirottati una volta arrivati a Venezia non erano quelle prenotate e pagate sul web.
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Ultimo aggiornamento: 10:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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