MARGHERA - Dopo aver pagato il conto, c’è sempre qualcuno che si prende la briga di controllare lo scontrino: lo spritz c’è, il succo di frutta c’è, il cocktail c’è, ma “ste betoneghe (anzi, citando letteralmente, bettobeghe) del c...” da dove spuntano? È la domanda che si sono poste a fine serata, in un bar di Marghera, le signore dell’associazione “Le Calamite”, quando hanno ritrovato sulla ricevuta quella colorita (e decisamente offensiva) definizione del loro gruppo. «La nostra è un’associazione - racconta una delle donne, Roberta Turri, insegnante - nata per studiare le tecnologie informatiche della comunicazione.
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Dopo ogni incontro, di solito, ci troviamo per una pizza o per un aperitivo. Proprio come l’altra sera». Le sette donne, di un’età compresa tra i 50 e i 70 anni, si sono sedute al tavolo e hanno continuato la loro chiacchierata bevendo qualcosa in compagnia. «Dopo aver consumato le bibite sono andata a pagare - aggiunge Roberta - e solo una volta tornata al tavolo ho dato un’occhiata allo scontrino dove era presente una nota gratuita e offensiva». Il caso ha ricordato, alle sette signore, un episodio avvenuto a luglio a Roma, quando un giovane omosessuale, dopo aver chiesto un piatto senza formaggio, si era ritrovato nello scontrino, mescolato alle comande, uno sfottò omofobo (“No pecorino, sì frocio”). «Sono andata a chiedere spiegazioni alla cameriera, una ragazza sui 25 anni - spiega la professoressa - “ho cercato ovunque nel listino, ma non trovo queste betoneghe del c...”. Lei in imbarazzo, ha iniziato a tergiversare, ma non si è scusata. Ha solo detto che si trattava di un errore del computer». Caparbia, la donna è andata a cercare la comanda, per poi scoprire che quella frase poco carina, in realtà, non c’era. La ragazza aveva preso l’ordine con un Ipad: forse, quello che doveva essere uno scherzo tra colleghi, è finito sullo scontrino in un clamoroso errore. Dopo essere stata in commissariato per segnalare l’episodio, ha voluto incontrare il titolare (che l’altra sera non c’era). «Non ci sono reati, lo so, ma trovo inqualificabile un comportamento del genere - conclude Turri - Era sconvolto anche il titolare, ci conosciamo da molti anni e io e le mie amiche frequentiamo da sempre il suo locale. Ci ha assicurato che prenderà provvedimenti, non so quali. Mi dispiace per la cameriera, ma non potevo lasciar correre».
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