A forza di parlare di “opere d’arte chiamate scarpe” nell’universo di Renè Caovilla l’arte (quella globale) si è proposta come elemento irrinunciabile per i questa Maison che nella favola delle scarpe gioiello famose in tutto il mondo ha realizzato una presenza che ora entra davvero nell’assoluto artistico.
Reduce dall’apertura dell’ultimo negozio in territori extraeuropei, a Dubai, dove Renè Caovilla con la nuova boutique ha realizzato il salotto della bellezza, incontriamo a Parigi Paiola Caovilla, la moglie di Fernando Caovilla (e madre di Edoardo che oggi guida a 360 gradi la Maison ), trasferita da tempo dal mondo del sogno evocato dalle calzature che hanno reso famosa la griffe a quello dell’arte pura, prima come scrittrice e poi anche come pittrice.
La Signora del Brenta, trascorre il tempo libero dai suoi impegni artistici e di consorte di Fernando Caovilla, presente agli eventi importanti per la Maison, nella bellissima villa in riva al fiume, o nella tenuta in Toscana vicino alla dimensione della terra (alla quale ha dedicato libri di gastronomia e arte) . Tra i suoi ultimi lavori, “L’oro di San Marco” , una mostra di quadri nei quali Paola Caovilla affronta il difficilissimo tema dei mosaici di San Marco, con un lavoro di interpretazione che offre una lettura estremamente inedita e di grande bellezza. Ore e giorni trascorsi all’interno della Basilica di San Marco, a Venezia, per carpire il segreto di quell’oro, una materia, un colore, che da sempre nel laboratorio dove nascono le creazioni calzaturiere , Paola Caovilla ha tenuto saldamente tra le mani apprezzandone gli effetti nel lavoro di creazione del marito quando una nuova calzatura d’arte doveva nascere.
Ed ora eccola, sola, slegata dal mondo commerciale della Maison, inserita in quello dell’arte vera e propria con i suoi ultimi quadri che hanno ricevuto il massimo consenso nella mostra appena conclusa a Parigi, nell’Atelier Visconti in rue Bonaparte, a Saint Germain, dove “L’oro di San Marco” (già proposto a Montecarlo, a Hong Kong, a Milano e in diverse importanti gallerie era stato presentato ) ha ricevuto il massimo consenso .
L’oro nelle opere di Paola compare a tratti, tra macchie intense di colore , protagonista di tele monocrome che a tratti , per il gioco della similitudine caro all’artista, lasciano intravvedere le sagome di sandali sublimi della collezione Caovilla più preziosa. A chi le chiede le origini del suo stile, fa riferimento “ alla tradizione veneta, curve di capitelli, bifore dei palazzi veneziani, foglie d’acanto sulle pietre, nelle colonne che sembrano bianche e invece magari in un angolo rivelano tracce di oro vecchio”. Sono quadri che la pittrice immagina come fantasmatiche presenze in un ambito quasi segreto “come potrebbe essere, ad esempio, una “cave” – precisa sgranando gli occhi come se davvero ci trovassimo in questa “scenografia” immaginifica che racconta di “nicchie illuminate dalla luce di candelieri in vermeil del Seicento romano di Odiot brillante di oggetti di argento massiccio”.
L’universo onirico di questa signora che sa sognare diventa realtà tangibile nei suoi libri, l’ultimo “My fashionnable Venice” dedicato a una Venezia tradotta in un linguaggio poetico tutto particolare.
Ultimo aggiornamento: 00:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA
MODI E MODA di
Luciana Boccardi