Luciana Boccardi
MODI E MODA di
Luciana Boccardi

SEMBRA FACILE DIRE "NORMALE"
MA LA MODA....

Martedì 19 Ottobre 2021 di Luciana Boccardi

 

Le diverse proposte stilistiche confermate recentemente , prima a Milano e poi a Parigi  con destnazione la prossima stagione P/E 2022,  ci hanno portato a  constatare che sì, la moda è viva ed è tornata coraggiosamente a dire il suo verbo per la prossima stagione, la primavera-estate 2022, in presenza. Tutto come prima?  Tutto normale?  Questa la parola che abbiamo sentito pronunciare da quasi tutti i critici e i commentatori,  nelle interviste agli stilisti  orgogliosi di aver contribuito a un ritorno alla “normalità”. Ma qual è la normalità ?  Mi è difficile raccontarla  se ricordo - e ricordo molto bene - che prima della pandemia c’erano sussurri e grida,   lamenti per la necessità di “cambiare qualcosa”, segni di insofferenza che persino i produttori  lasciavano intendere come se fosse arrivato il momento di cambiare ...tutto. Poi il Covid ha davvero cambiato tutto in un colpo  solo ed ora -  con la quasi certa ritirata del virus verso livelli di non temibilità  per il contagio - si torna a immaginare, a disegnare, a produrre, a presentare. Si torna alla normalità? L’interrogativo ci costringe a far correre all’indietro la pellicola del tempo e a ricordarci che prima ..qualcosa non andava più bene, qualcosa avrebbe dovuto cambiare. La corsa  verso la sostenibilità non bastava...cosa doveva davvero cambiare?

Secondo alcuni doveva maturarsi una diversa impostazione per le presentazioni di moda: d’accordo - bisogna fare spettacolo, sempre più spettacolo - ...e poi? L’avvento degli influencer (vedi sempre come esempio eclatante Chiara Ferragni che solo indossando un capo lo rende  inarrivabile , conteso,  comunque comprato) è “normale”?

Forse Maria Grazia Chiuri, quando ha proposto nella stagione scorsa la realizzazione di una fiaba come contesto nel quale far muovere la nuova moda, aveva messo la mano dove il punto duole?  Fiabe, questo in fondo sono le ragioni della moda al suo apparire, con punte di bellezza, di opportunità,  di comodità, di novità?  Qualcuno rileva che l’elemento novità, indispensabile per essere “moda”,  oggi passa presto, quasi svanisce  con l’ultimo fotogramma della bobina che racconta la sfilata. L’eccezionalità, il luogo fantastico, sconosciuto, esaltato da regie  impeccabili? Passata la festa, quasi nessuno ritiene di abbinare nella memoria un capo particolare alla scelta di un luogo particolare. O forse tutto in questo momento difficilissimo e tutto da studiare sembra appiattirsi e dissolversi in un passato prossimo che diventa subito remoto?

E’ possibile  che questo bisogno di “normalità”, così difficile da decifrare, si nasconda dietro a un bagaglio di incertezze, di timori, di paure ingigantite  dalla pandemia , di dubbi che il Covid ha  sollevato fungendo da detonatore e non da  provocatore. Il Covid ha squarciato il velo del dubbio per mostrarci...niente. Tutto come prima? E lo scontento agisce pericolosamente sul mercato, sulla fantasia dei creativi, sui bisogni dei destinatari in cerca di...sicurezza.

Ecco il significato che forse bisogna dare al termine “normalità” così vago  e indecifrabile: un senso di realtà, di positività, di concretezza,  che nella moda deve suggerire qualcosa  che abbellisca, che “aggunga”,  che a volte persino ci trasfiguri,  ci accompagni sommessamente,  ci faccia sentire di esistere.  Questo è l’oggetto oscuro della invocata “normalità”. Sfogliare il film delle ultime sfilate è come raccontarsi un mondo delle meraviglie. Bello il corto da giorno, da sera, da...notte,  firmato Dior; bella la riscoperta dell’ombelico issata come una bandiera da Chanel, esaltata  nel nuovo cross-top da catene di metallo dorato. Bella la quotidianità raccontata in forme importanti da  Gianbattista Valli; elegante la discrezione suntuosa di Alberta Ferretti. Vincente e sempre vicino al traguardo il look firmato da Brunello Cucinelli, stilista che cammina su una via pavimentata - forse-  di sicurezze. Importante e sicuro,  Giorgio Armani che continua il suo percorso senza mai deviare ma rinnovandosi ad ogni passo. Divertente e scanzonata Vivienne Westwood. Immerso  nel   nostro  instabile quotidiano il look di Prada  che affronta vie inesplorate ritenute possibilli. Ripetitivo,  anche se sempre piacevole,  il mood di Dolce&Gabbana. Vicina al pubblico, vincente e  innovativa  (con cautela e intelligenza stilistica) una delle stiliste più amate, Chiara Boni.  

Ultimo aggiornamento: 19:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA