Per la prossima stagione calda, primavera-estate 2022, Alessandro Michele ha sentito il bisogno di “celebrare” la presentazione della collezione Gucci con un evento fuori dal coro. Il suo look , come ormai da vaie stagioni, si è tuffato nella sovrapposizione di “generi”: niente più donne, uomini, trans o altro nelle sfilate Gucci firmate Michele, ma creature. Come location, come scenografia significativa lo stilista non ha cercato castelli antichi che narrano leggende sopite, niente dimore monumentali che parlano il linguaggio della gloria che si perpetua, niente ambientazioni speciali evocanti mistero, sensualità, glamour. Solo una parola: Hollywood, campita a caratteri cubitali sul versante che guarda Los Angeles è stato il leit motiv della sfilata di Gucci voluta da Michele per evocare qualcosa di immenso, di impalpabile: il fascino, la bellezza, l’artificio, lo spettacolo, la leggenda, il mito. Questa la sua Hollywood che ha fatto da sfondo al defilè che ha proposto come sempre una moda che non ha mai un unico referente, non c’è una scelta di quel particolare personaggio, quel certo carattere, quell’allure, un richiamo all’eleganza (termine che sta per diventare obsoleto?) o alla bizzarria. C’è la verità, la vita respirata a pieni polmoni in quella Hollywood, dove la vita è stata sempre un’invenzione. Il look di Gucci (primavera-estate 2022) si è confermato ancora una volta importante e difficile, forse vincente forse no, comunque originale.
In passerella per la prossima estate, Gucci ha mandato i suoi messaggi di sempre: qualcosa di imprevedibile, qualcosa dèjà vu, qualcosa di vintage, qualcosa di sartoriale, qualcosa che parli di antico e qualcosa di avveniristico, qualcosa di scandaloso e qualcosa “ perbene”. Tutto insieme, appassionatamente.
Su Michele si è scritto di tutto e di più, la sua moda è costantemente un sasso nello stagno e quello stagno non è la piattaforma del mondo dell’estetica ma siamo noi, proprio noi. Gucci procede su una via costellata di avventura intellettuale. Con un suo abito, Michele gioca come dècors, come taglio inedito, come accostamento cromatico insolito, come mix di tessuti che possono sembrare in contraddizione l’uno con l’altro. Ne esce comunque un’opera .
“Qui a Los Angeles, la “ città degli angeli “- ha dichiarato lo stilista alla stampa per raccontare la sua proposta - puoi essere chi vuoi . Tutto è possibile. Ho scelto questo angolo di pianeta per ricominciare. Sorretti da immagini che accompagnarono altri tempi difficili che sembrava dovessero dimenticare il gioco indistruttibile della bellezza, della vita da respirare a pieni polmoni, i volti famosi di Rita Hayworth, di Marilyn, di Douglas sr, di Gregory Peck, accanto a quelli dei nostri divi di oggi sembrano invitarci a procedere guardandoci dall’alto della spianata. Sì. Siamo qui per ricominciare”.
Alessandro Michele ha detto proprio così’ “ricominciare”. Confermando quel senso di provvisorietà, di incertezza , che la pandemia ha lasciato in molti cretivivi. “Il tempo del Covid ci ha avvicinato alla morte: una sensazione che dobbiamo in ogni modo dimenticare e possiamo farlo solo con l’aiuto degli “angeli” (che per fortuna non sono solo qui), con un colpo di reni del quale la moda oggi ha assolutamente bisogno”.
Ultimo aggiornamento: 16:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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