Tra le mille occasioni che Venezia offre in questa estate, dedicata - con la Biennale - all’arte contemporanea e alla scoperta di nuovi valori culturali inediti, Prada ha proposto nella sua boutique , a S.Moisè, uno spazio dedicato al design modulare che prevede l’introduzione di elementi intercambiabili in trasformazione. Il ”gioco” - all’interno della boutique veneziana della griffe - consiste in una performance dedicata al colore e ispirata ai paraventi cinesi . Da un motivo tratto appunto da un paravento cinese del XVIII sec. è stato tratto un derivato nei colori del marchio (bianco e nero) con tocchi di verde per il passaggio di base, temi floreali evidenziati dall’uso del bianco e del turchese con la tecnica stencil. A dare all’ambiente la suggestione femminile il rosa fragola delle sedute in velluto di Osvaldo Borsani , riprodotte in esclusiva per Prada, mentre la divisione con lo spazio dedicato alla moda maschile è stata affidata a portali di marmo bianco e nero Marquinia in cui grandi video-wall proiettavano le collezioni della griffe e trailers su progetti futuri della Maison.
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La moda si inchina al colore: è diktat che arriva da una firma fiorentina, Antonelli, con un invito esplicito a considerare il colore come scelta determinante per un modo di proporsi, per un modo di apparire ma anche per un modo di essere. “I colori parlano di te” è il vademecum dell’estate 2017 che ha guidato la mano della stilsta nell’interpretazione del nostro modo di vivere , delle preferenze che il pubblico concede a forme, modi, colori per l’abbigliamento. “Mi vesto di verde perché mi sento forte” sostiene l’abito senza maniche appena svasato con scollatura sulla schiena. Arancione? “perché ho energia”: dicono gli abiti in pelle scamiciati, con chiusura zip, ma anche quelli lunghi, in cotone, senza maniche e appena svasati, con tasche nascoste e arricciatura dietro. “Perché sono felice”: grida il giallo dell’abito con taglio sotto il punto vita, mentre il rosso del top sena maniche e del pantalone a vita alta, morbido lungo la gamba e trattenuto alla caviglia afferma indomito: “perché amo la vita”.
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Non si parla di colori solo in atelier: a Roma si è concluso il 14 maggio scorso , con una ovazione significativa il primo festival dei colori,”ChROMATICA”, condotto per sette giorni al Museo Macro Testaccio su un’idea di Giulana Bof e Laura Pietrecini, ricco di performances, partecipazioni di personaggi dello spettacolo, della cultura, del giornalismo, dell’arte, della musica. Rassegna riuscita che si ripeterà ogni anno per il calendario degli eventi culturali romani.
Ultimo aggiornamento: 11:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA
MODI E MODA di
Luciana Boccardi