TREVISO - «Un ritardo nella comunicazione, dovuto a un errore» la giustificazione dell’azienda. Per l'Inps, invece, si trattava di un tentativo di evadere il pagamento dei contributi previdenziali. E di conseguenza ha "multato" la società. Il giudice, però, dà ragione all'impresa, che ha sede nella Pedemontana trevigiana ed è specializzata nel settore del vetro. All'origine della contestazione, la comunicazione relativa al mese di marzo 2013. Primo inghippo: il professionista trevigiano, in quel periodo è alle prese con un grave problema di salute e a seguire le pratiche è una collaboratrice del suo studio. Secondo elemento: l'Inps ha da poco modificato le procedure telematiche per l'invio del cosiddetto modello Uniemens. L'impiegata, abituata al vecchio sistema, è convinta di aver effettuato correttamente l'operazione. Solo il 14 maggio, un paio di settimane dopo la scadenza, secondo la ricostruzione dello stesso Artico, si accorge della mancata ricezione, regolarizzando la posizione. Per l'ente previdenziale, la mancata comunicazione, invece, avrebbe avuto lo scopo di occultare i rapporti di lavoro in essere e le retribuzioni erogate. E per questo addebita, tramite Equitalia, una maggiorazione del 30%: 2.370,60 euro...
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