Folla alla commemorazione
dell'eccidio di Carpanè

Sabato 3 Ottobre 2015 di Roberto Lazzarato
Eccidio di Carpané
“Se possiamo incontrarci a commemorare l’eccidio di Carpanè in libertà e democrazia - ha ricordato nell’omelia don Patrizio - lo dobbiamo a questi fratelli che hanno sacrificato la vita per le loro idee che ora possono, anzi devono, camminare con noi, perché le possiamo trasmettere alle nuove generazioni”.

Alla commemorazione del 71. anniversario dell’eccidio di Carpané, erano presenti amministratori della Valle e del Bassanese, associazioni combattentistiche, d'arma e forze dell'ordine, cittadini di tutta la Valbrenta.



“C’è il rischio che il sacrificio di questi martiri vada alla deriva nella indifferenza più assoluta - ha ricordato il sindaco di San Nazario, Ermando Bombieri, - ma sta ad ognuno di noi fare in modo che questo non succeda. Bisogna vincere l’indifferenza e conquistare la pace, perché la pace si costruisce tutti insieme. E per farlo è necessario trasmettere ai giovani il senso dell’amore per la libertà, per la democrazia e per il dovere”.

Ricordando le atrocità che hanno portato all’eccidio di Carpané, “siamo qui per comprendere che solo mantenendo viva la memoria possiamo impedire che tali delitti possano ripetersi ancora”, ha sottolineato il presidente dell’Unione Montana, Luca Ferazzoli, richiamando alla mente l’immagine del “piccolo Alyan, trovato morto sulla spiaggia, mentre con i genitori cercava di sfuggire dalle atrocità della guerra, un’immagine che ha scosso tutte le coscienze. E’ stato necessario, però, vedere un bambino galleggiare tra le onde per far cambiare la linea politica dei maggiori paesi europei”. Duro il suo monito. “Ma è questa la nostra Europa? L’Europa fondata sui valori della Resistenza ai regimi totalitari, sull’uguaglianza e sull’accoglienza di chi fugge dalle guerre? No, non lo è. Oggi più che mai siamo qui non solo per scolpire nel ricordo i nostri valori comuni, ma per fare in modo che le morti che stiamo commemorando oggi, restino le uniche nella memoria dei nostri figli”.



E’ seguita la commemorazione dell’eccidio, ricordando il rastrellamento del Grappa, la dura lotta della Resistenza, l’importanza di “avere il coraggio delle proprie scelte”, da parte di Carla Poncina, direttrice dell’Istituto Storico della Resistenza di Vicenza; poi la deposizione di una corona al monumento dei caduti e ai cippi dei martiri.
Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 09:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA