È salito a 132 il numero di spiagge raggiunte dalla vasta chiazza di petrolio che il mese scorso ha colpito il
Nordest del Brasile. Davanti al disastro ambientale, il presidente della Repubblica, Jair Bolsonaro, ha ordinato che la Marina svolga un'inchiesta, mentre è stato sospeso il rilascio in mare delle tartarughe da parte degli istituti di protezione della fauna. L'Istituto brasiliano dell'ambiente (Ibama) ieri ha riferito che l'inquinamento continua la sua espansione: il petrolio greggio ha raggiunto finora le coste di 61 città in 9 Stati nord-orientali, l'ultimo dei quali Bahia.
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Quest'ultima è anche la destinazione principale dei turisti stranieri, che visitano la regione nota proprio per la bellezza del suo litorale atlantico. Intanto, la compagnia petrolifera statale Petrobras ha reso noto che, dopo aver analizzato i campioni, sospetta che il greggio provenga da petroliere venezuelane. Per via delle acque contaminate, i biologi del progetto Tamar, che collabora con università e comunità locali per la conservazione delle tartarughe, hanno deciso di sospendere la liberazione in mare degli animali appena nati.
O Pres. @jairbolsonaro determinou urgência na identificação da origem e apuração de responsabilidades pelas manchas de óleo no litoral. Diversas equipes já estão em ação e na 2 feira faremos vistoria in loco com o Governador de Sergipe. pic.twitter.com/lQBhH7Xzq4
— Ricardo Salles MMA (@rsallesmma) October 5, 2019