Richiesta di cittadinanza italiana. I Bolsonaro e tutti gli altri: «A Venezia 10.000 richieste in meno di 6 mesi»

Il presidente del Tribunale: «Quasi mille casi al mese, ne ho parlato con i ministri»

Lunedì 16 Ottobre 2023 di Angela Pederiva
Richiesta di cittadinanza italiana. I Bolsonaro e tutti gli altri: «A Venezia 10.000 richieste in meno di 6 mesi»

Il cognome "Bolsonaro" compare più volte tra i fascicoli impilati al Tribunale di Venezia. Nel momento in cui troveranno conferma le indiscrezioni diffuse dal portale brasiliano Italianismo, secondo cui l'ex capo del Governo verdeoro Jair Messias avrebbe avviato una causa giudiziaria per il riconoscimento della cittadinanza italiana (dopo le domande depositate dai figli Flávio e Eduardo), non sarà certo una sorpresa per i giudici e i funzionari della Sezione specializzata in materia di immigrazione, già alle prese con i ricorsi promossi da altri discendenti dei padovani Bolzonaro.

E da molti, moltissimi altri, dice il presidente Salvatore Laganà: «Ormai contiamo oltre 10.000 procedimenti in 16 mesi.

Per i numeri che dobbiamo gestire, la situazione è disastrosa».


LA COMPETENZA
A parlare sono i numeri, vertiginosamente in crescita dal 22 giugno 2022, quando è entrata in vigore la riforma del processo civile, che ha modificato la competenza a procedere per le controversie nell'accertamento della cittadinanza di stranieri che siano figli, nipoti o pronipoti di persone nate in Italia, secondo il principio giuridico dello ius sanguinis. Con la normativa precedente, in caso di opposizione al diniego formulato dalle autorità consolari all'estero, oppure di contestazione del ritardo superiore a due anni nell'attesa per la definizione della pratica, le impugnazioni dovevano essere presentate al Tribunale di Roma. Per sgravare quella sede giudiziaria da una mole di lavoro relativa a tutto il territorio nazionale, la nuova legge ha per così dire "regionalizzato" la giurisdizione. Ora l'azione va infatti attivata nella sede di Corte d'Appello a cui fa capo il Comune di nascita dell'antenato. Ciò significa che, per i municipi del Veneto, il riferimento è il Tribunale di Venezia, che già nella relazione sull'attività svolta lo scorso anno segnalava il consistente aumento dell'attività, per cui è diventato la sede più oberata d'Italia: «In soli quattro mesi, sino all'ottobre 2022, sono state iscritte oltre 1.200 cause aventi tale tipologia e, se tale allarmante trend continuerà, appare evidente che sarà necessario adottare misure straordinarie per far fronte a tale abnorme afflusso di procedimenti, allo stato alimentato soprattutto da ricorrenti di origine italiana residenti in Brasile».


LA CRESCITA
Il timore espresso in quel documento si è rivelato più che fondato, afferma adesso il presidente Laganà, nel suo duplice ruolo al vertice sia del Tribunale che della Sezione immigrazione: «Non a caso ne ho già parlato con i ministri dell'Interno e della Giustizia (rispettivamente Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, ndr.). Da luglio del 2022 abbiamo iscritto oltre 10.000 ricorsi per il riconoscimento della cittadinanza italiana, i quali hanno soppiantato numericamente tutti gli altri, dato che parliamo nel complesso di circa 17.000 procedimenti di competenza della Sezione. Direi che per il 99% si tratta di cittadini brasiliani, solo una minoranza è costituita da argentini e venezuelani. La crescita ha raggiunto il ritmo di quasi 1.000 unità al mese. Ma bisogna considerare che spesso non c'è un solo ricorrente per fascicolo, bensì interi nuclei familiari anche di 15-20 persone, il che significherebbe arrivare ad accertare la cittadinanza italiana di 200.000 persone...». Questa è ovviamente un'ipotesi di calcolo per eccesso. Ma le cifre restano comunque rilevanti, avverte Laganà: «Del resto conosciamo il ruolo esercitato dal Veneto nel fenomeno migratorio. L'esame delle istanze non sarebbe complicato di per sé, al di là della verifica di documenti risalenti anche a 150 anni fa, ma i numeri in ballo comportano un'intensa attività di notifiche, per esempio all'Avvocatura dello Stato che a volte si costituisce nei procedimenti. Al momento abbiamo fissazioni fino al 2025. Ho aggregato altri giudici onorari per destinarli a questa attività, con l'obiettivo di celebrare il maggior numero di udienze possibili. Nel giro di un anno abbiamo definito più di 1.500 ricorsi, ma è una sfida impari rispetto alla quantità di fascicoli che nel frattempo si accumulano».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci