Controffensiva ucraina, cosa sta succedendo sul Mar Nero? Ecco come Kiev sta respingendo la Russia

Si intensificano le operazioni per liberare le acque. Nel mirino non solo le navi, ma anche i centri strategici per le riparazioni

Sabato 23 Settembre 2023 di Gianluca Cordella
Controffensiva ucraina, cosa sta succedendo sul Mar Nero? Ecco come Kiev sta respingendo la Russia

Dal campo alle acque. Mentre la controffensiva di terra dell’esercito ucraino inizia a dare i propri frutti - dopo aver risolto il problema dei terreni minati che ne frenavano l’avanzata - il mirino di Zelensky si sposta sul Mar Nero. E lì che adesso si stanno decidendo le sorti del conflitto tra Ucraina e Russia. Sin dall’invasione del 24 febbraio 2022, il Cremlino ha dimostrato di ritenere strategico il presidio in acqua. Ma nonostante una superiorità navale schiacciante, Mosca non è riuscita a impossessarsi dell’area.

 

La strategia

«L’Ucraina sta intraprendendo una strategia mirata a “smilitarizzare” la flotta del Mar Nero - ha raccontato a Newsweek Andriy Zagorodnyuk, ex ministro della Difesa di Kiev e ora consigliere dello stesso dicastero - Non stiamo solo colpendo le navi, ma stiamo erodendo costantemente le infrastrutture di supporto necessarie per mantenere a galla le navi di Mosca e depredando, dove possibile, preziose risorse navali.

L’unica possibilità che abbiamo è distruggere la loro flotta del Mar Nero, la loro capacità di proseguire l'occupazione dell’acqua per ripristinare la libertà di navigazione».

Guerra Ucraina, Kiev sfonda la linea Surovikin per la prima volta. Crimea, attaccata la base della flotta russa nel Mar Nero

 

Vecchio obiettivo

Il controllo del Mar Nero è da tempo un’ambizione russa. La conquista della penisola di Crimea nel 2014 e il successivo blocco del Mar d’Azov sono serviti entrambi a questo obiettivo più ampio, limitando l’accesso navale dell’Ucraina e soffocando il suo export marittimo. Non a caso tra le prime immagini di questa guerra ci sono state la presa russa dell’Isola dei Serpenti, avamposto strategico per il controllo dell’area, e l’avanzata verso il porto di Odessa, snodo commerciale nevralgico per l’Ucraina. Ma le ambizioni di Mosca sono andate a sbattere contro la resistenza locale.

Gli attacchi

Negli ultimi 18 mesi sono state ben 16 le navi russe seriamente danneggiate o del tutto distrutte (secondo il sito olandese di analisi della difesa open source Oryx), un dato quasi incredibile considerando le forze relativamente limitate di Kiev a livello di flotte marina e aerea. «Le loro navi sono maestose ma vecchie - ha spiegato Zagorodnyuk - Sono state costruite molto tempo fa e presentano problemi significativi con armi, equipaggiamento e così via. Le riparazioni per i danni provocati richiederanno anni, non mesi». «La migliore era l'incrociatore Moskva», ammiraglia della flotta del Mar Nero che però è stata affondata dai missili antinave ucraini nell'aprile 2022. L’onda d’urto ucraina in mare, peraltro, sta crescendo di intensità. Il 13 settembre, i missili da crociera ucraini hanno distrutto una nave da sbarco e un sottomarino d’attacco in un bacino di carenaggio a Sebastopoli, cuore del controllo russo della penisola. E mercoledì scorso un altro attacco ha preso di mira un centro di comando della flotta.

Droni e missili

Kiev sta intensificando gli attacchi con droni e missili e sta prendendo di mira sistemi radar, batterie di difesa aerea e sistemi missilistici. Non serve nemmeno più l’effetto sorpresa. Al punto che, secondo quanto riferito da Andriy Ryzhenko, ex capitano navale ucraino e ora esperto strategico della società di consulenza per la difesa “Sonata”, diversi sottomarini Kilo di Mosca sarebbero già stati spostati da Sebastopoli nel porto russo di Novorossijsk, dopo una serie di attacchi alla penisola, e per lo stesso motivo, alcune navi da sbarco sono rientrate nel Mar d’Azov. A determinare la mossa di Mosca la distruzione da parte ucraina di una serie di strutture chiave per la manutenzione e la riparazione delle navi russe.

 

La controffensiva

«Attaccheremo le navi russe finché non seguiranno tutte la Moskva o finché non si ritireranno nella parte orientale del Mar Nero e resteranno lì», ha spiegato ancora Zagorodnyuk. Per questo l’Ucraina sta chiedendo agli alleati occidentali gli aerei da combattimento F-16 – sui quali i piloti ucraini si stanno addestrando – e i sistema missilistici a lungo raggio Atacms, che metterebbero tutta la Crimea nel mirino ucraino. Un problema “diplomatico” dunque per l’Ucraina, che poi dovrà affrontarne uno nuovo. «Dovremo istituire il controllo sul nostro mare, per questo avremo bisogno di una flotta di superficie» ha spiegato Ryzhenko. Per questo sono già vivi i colloqui con gli Stati Uniti per acquisire motovedette Mark VI e con il Regno Unito per acquisire mezzi d’attacco P50-U. L’Ucraina guarda avanti. Ma le operazioni nel Mare Nero sono ancora tutt’altro che concluse.

Ultimo aggiornamento: 19:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci