«Presto la legge sulla montagna. Olimpiadi? Pronti a mobilitarci»

Intervista a Lorraine Berton, presidente di Confindustria Dolomiti

Giovedì 7 Dicembre 2023 di Maurizio Crema
«Presto la legge sulla montagna. Olimpiadi? Pronti a mobilitarci»

BELLUNO - «In questi mesi abbiamo assistito a una frenata complessiva degli ordinativi, non possiamo però parlare di un quadro negativo, bensì di uno scenario ancora carico di incertezze. Le dinamiche dei prezzi non sono ancora sotto controllo, tante le variabili internazionali dal conflitto in Ucraina a quello in Medio Oriente e le scelte della Bce sui tassi hanno frenato, per buona parte del 2023, gli investimenti. Nonostante tutto, la nostra manifattura si è rivelata ancora una volta resiliente. Quella bellunese, in particolare, resta tra le più internazionalizzate. Non possiamo però fare tutto da soli. Mi auguro che si liberino presto risorse per sostenere gli investimenti. L'attuale legge di bilancio non dà risposte in merito, confidiamo nel Pnrr. Non chiediamo contributi a pioggia o a fondo perduto non è nel nostro stile ma strumenti per investire e innovare».
Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti e, da poco, anche di Anfao, l'associazione dei produttori di occhiali, affronta in questa intervista i temi caldi per l'economia del suo territorio e non solo.


Il Bellunese è la capitale mondiale dell'occhialeria ma è anche un'area di montagna stretta tra regioni a statuto speciale. Servono interventi particolari?
«Di sicuro strumenti specifici: per questo chiediamo di accelerare con l'approvazione della legge sulla montagna, che - come associazione - avevamo aiutato concretamente a redigere.

Introdurre dei "differenziali" per la montagna non è un "regalo" ma uno strumento di perequazione, non solo nei confronti della pianura o delle aree metropolitane ma anche dei nostri vicini a statuto speciale».


Intanto le Olimpiadi a Cortina hanno perso diverse gare.
«Questa resta la sfida delle sfide, anche se oggi tutto appare in salita. Da due mesi assistiamo a un dibattito sconcertante, a tratti surreale, ma una cosa deve essere chiara; non vogliamo olimpiadi a metà. Vogliamo quello che ci spetta visto che i giochi 2026 sono stati assegnati a Milano e Cortina insieme. Senza bob, si deve procedere alla ridistribuzione delle gare. I numeri oggi parlano da soli: Lombardia 65 gare e 195 medaglie, Trentino Alto Adige 31 gare e 93 medaglie. Cortina senza il bob 8 gare e 24 medaglie. Ma stiamo scherzando? Dov'è la collaborazione fra territori? Dov'è l'interesse del Paese? Mi auguro prevalga il buon senso perché noi siamo pronti alla mobilitazione. Se il territorio bellunese e veneto non avrà la dignità che gli spetta nelle Olimpiadi 2026 valuteremo una richiesta di danni e d'immagine in tutte le sedi, anche legali. Olimpiadi vere sono l'unico strumento che abbiamo per programmare sul territorio nuovi interventi, infrastrutture mancanti, aprire nuovi orizzonti, recuperare attrattività».


Infrastrutture, altro grande tema cruciale.
«Si deve riprendere in mano la programmazione delle infrastrutture: le varianti di Longarone e Cortina che già procedono con ritardo evidente non possono e non devono bastare. C'è una intera mobilità intervalliva da mettere in sicurezza, dal Comelico allo Zoldano. E poi, c'è lo sbocco a Nord. Sul tema, il ministro Salvini aveva assicurato di aver aperto un dossier. Alla politica locale chiedo un atto di coraggio ricordando che le tecnologie sono cambiate, i materiali si sono evoluti e che ormai si parla di "corridoi tecnologici". Lo sbocco a Nord non è un feticcio ma un asse portante per la mobilità di tutto il Veneto orientale: il caos ai valichi alpini costringe la politica nazionale, europea, locale a elaborare nuove soluzioni».


Fate sempre fatica a trovare manodopera adeguata alle vostre esigenze: che fare su questo fronte?
«Nel Bellunese questo tema si accompagna a un decremento demografico drammatico. Per invertire il trend occorre agire su più piani: continuare a intervenire sul costo del lavoro, ridando potere d'acquisto alle famiglie. Agire poi su formazione e competenze, mondo dell'impresa e della scuola devono incontrarsi e dialogare: come associazione è la nostra priorità. Le iniziative che abbiamo messo in campo lo dimostrano, dall'orientamento nelle scuole all'alta formazione con Luiss Business School e Its Meccatronico. Poi servono servizi veri alle famiglie, asili e case di riposo, sgravi a chi si trasferisce nelle terre alte, case disponibili. Anche per questo con l'Ance di Belluno abbiamo avviato un "tavolo casa". Infine, una gestione regolare e realistica dei flussi migratori; praticare l'inclusione, iniziando dal linguaggio».


Decisiva per il futuro è l'innovazione?
«Una manifattura come quella bellunese non può prescindere da una continua innovazione se vuole rimanere su livelli di eccellenza. Come associazione abbiamo fatto sintesi lanciando prima il Digital Innovation Hub a Feltre uno tra i primi in Italia e poi la Dolomiti Innovation Valley, task-force che ci vede collegati con atenei e centri di ricerca di tutta Italia e dell'intero arco alpino. Abbiamo già avviato progetti di open innovation per l'occhialeria e lo sportsystem... Stiamo collaborando anche con Anas per la smart road sull'Alemagna. Non abbiamo alternative all'innovazione, che deve essere anche sociale. L'inclusione è fattore d'innovazione, non solo in fabbrica».
Già ma la parità tra uomini e donne è ancora lontana, e non solo sugli stipendi.
«I tempi sono maturi e le donne sono ogni giorno e sempre più in prima linea. L'importante è avere chiara la direzione. E su questo c'è una consapevolezza sempre più diffusa. Si tratta di una battaglia culturale che passa anche da piccole ma importanti questioni di ogni giorno, come il lessico che usiamo. Poi, ovviamente servono politiche adeguate e fondi a sostegno di servizi fondamentali».


Da pochi giorni è presidente di Anfao: quali i suoi obiettivi?
«C'è una filiera da tenere insieme nell'interesse di tutto il settore. Non possiamo permetterci, per esempio, che solo le aziende più strutturate beneficino della trasformazione tecnologica».

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