L'OMAGGIO - Un antidoto al rancore.
IL FASCINO
«Storia di un impiegato assomiglia molto alla storia di Cristiano. Uno che vorrebbe fare una propria rivoluzione in proprio, anche con esiti distruttivi. Pensiamo anche che in quell'album c'è La canzone del padre. Che inizialmente pare una condanna e poi diventa destino. Per Cristiano è stato così». «La ricostruzione guarda ad una vicenda ancestrale tra padre e figlio, collocata nei grandi fenomeni politici (dal maggio francese al 2001 a Genova)» aggiunge Lena. Storia di un impiegato è stato scritto nella casa Portobello, la casa in Sardegna che De Andrè costruì per la prima moglie e per Cristiano. Ma un luogo di cui poco si parla. «Molte delle grandi idee della commedia italiana - dice - sono state concepite lì. Io ero piccolo ma assorbivo tutto. È stato un momento così bello e così intenso che ho voluto raccontarlo». Ma Cristiano non risparmia neppure le asprezze di un padre spesso assente, con cui il rapporto andava ad intermittenza.
«Lui era davvero un idealista, credeva sul serio di cambiare il mondo. Sentiva di dover parlare a tutti, ma non aveva tanto tempo per parlare con le persone che gli stavano più vicino. Questo l'ho capito dopo, con l'età. E ci siamo ritrovati». Il progetto è sostenuto anche da Dori Ghezzi. Fortissimo è anche il rapporto con Dori Ghezzi. «Sono inscindibili - riflette ancora la regista - c'è un rapporto di amore profondo. Dori e Cristiano sono l'eredità di Fabrizio che ha costruito con dedizione una famiglia allargata in tempi difficili e che ha dimostrato con la vita cosa possa fare il bene. «Spero che questo film, che è a tratti duro, possa offrire anche una speranza - ha infatti concluso Dori Ghezzi, produttrice insieme a del film - Fabrizio, la speranza, non l'ha mai persa . Il suo testamento è tutto in questa frase. «Ad un tratto l'amore scoppiò dappertutto» ed è quello che lui augura a noi tutti».