A più di due anni dalla morte, le ceneri di Nico Naldini disperse nel "suo" Tagliamento

Sabato 19 Febbraio 2022 di Alberto Comisso
Nico Naldini, morto a 91 anni
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SAN VITO E CASARSA - Le sue ceneri saranno sparse sul Tagliamento. Le ultime volontà, espresse nel suo testamento, sono state assecondate: La mia inutile carcassa venga bruciata e che le ceneri vengano sparse nelle acque del Tagliamento, aveva scritto Domenico Naldini, per tutti semplicemente Nico, poeta e scrittore casarsese, cugino di Pier Paolo Pasolini.
Morto a Treviso il 9 settembre del 2020 a 91 anni, era stato cremato.

Tuttavia sono serviti diversi mesi, a causa di tutta una serie di adempimenti burocratici, per esaudire il suo ultimo desiderio. Così le sue ceneri saranno sparse nella golena del fiume che, in vita, ha tanto amato: il suo Tagliamento.

LA CERIMONIA

Prima del rito però, sabato 26 febbraio, alle 10.30 è prevista una tappa istituzionale, nella sala consiliare del Municipio di San Vito, dove, oltre al sindaco Alberto Bernava, ci sarà il primo cittadino di Casarsa, Lavinia Clarotto. Saranno presenti, tra gli altri, gli amici di una vita di Naldini: Nicola De Cilia, Caterina Furlan, Elvio Guagnini e Francesco Zambon. Ognuno lo ricorderà a suo modo. Alle 11.15 è previsto un breve momento di raccoglimento nella chiesa di San Lorenzo, all'interno della quale l'artista Olimpia Biasi ha esposto una mostra.
Tra le opere presenti una tela raffigurante proprio gli amici dello scrittore nato a Casarsa. Un momento di riflessione, prima dell'addio definitivo in località Rosa. Poco dopo l'ippodromo è stata ricavata un'area, dove sono già iniziate le operazioni di pulizia, all'interno della quale si provvederà a spargere le ceneri di Naldini. Un momento toccante, al quale il sindaco Bernava e parte dell'amministrazione hanno già garantito la presenza.

LO SPARGIMENTO

«Le ceneri puntualizza il sindaco di San Vito verranno sparse nella golena del Tagliamento, come Nico avrebbe voluto. Non posso che, a questo proposito, esprimere orgoglio. Oltre a essere cugino di Pier Paolo Pasolini, ha avuto un legame importante con il nostro territorio. Ha sempre avuto una grande sensibilità sociale ed esaltato il bello secondo la migliore tradizione pasoliniana».

IL SENSO DEL BELLO

Le cerimonie di sabato 26 febbraio avranno un significato importante per le comunità di San Vito e Casarsa. «Nelle sue opere aggiunge Bernava Naldini ha rappresentato e raccontato sempre qualcosa di bello. Ha narrato il progresso sociale e culturale, esaltando il suo territorio. Un territorio agricolo, rurale, con molta vegetazione. È un qualcosa che fa parte della nostra storia e cultura. Per questo è importante che San Vito celebri questo momento».

IL RICORDO

Chi ha potuto conoscere meglio Nico Naldini è stato Angelo Battel, colonna portante della cultura locale. «È morto un anno e mezzo fa ricorda e la sua filosofia di vita, certamente, resta ancora viva nel cuore e nella mente di chi ha avuto il piacere di apprezzarlo. Nico ha indicato un luogo preciso nel suo testamento: Rosa. È lì che, quando le temperature lo permettevano, andava a rinfrescarsi e rigenerarsi. Nato a Casarsa, ha condotto una vita che molti consideravano all'ombra di Pasolini. Ma non è stato così: Naldini venerava suo cugino, ma è sempre stato indipendente da lui.

È stato direttore letterario alla casa editrice Longanesi, ha seguito la produzione dei film Casanova di Fellini, 900 di Bartolucci, Mille e una notte e Salò di Pasolini». Il suo più alto livello, come ha confermato Battel, lo ha raggiunto nella scrittura delle biografie dei vari Leopardi, Comisso e De Pisis. «Senza dimenticare afferma il lavoro straordinario che ha condotto su Pasolini, con una pignoleria unica nel suo genere. La sua è stata una produzione letteraria notevole. Ricorderò Naldini come un poeta straordinario per il suo modo melanconico, intenso, denso in cui ha vissuto. Pur con delle bizze e intemperanze, è stata una persona di grande onestà intellettuale». A San Vito stava bene. Apprezzava di più le frazioni dove, probabilmente, «la mentalità delle persone - ipotizza Battel - era meno chiusa e bigotta rispetto ad altre realtà».

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Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 13:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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