CHIOGGIA (VENEZIA)- «Stiamo perdendo irrimediabilmente il bragosso San Nicolò». Il grido d'allarme è congiunto: da Venezia Gilberto Penzo, esperto di marineria e titolare di Veniceboats; da Chioggia, Giorgio Boscolo El Peneo, l'ultimo artigiano della pipa chioggiotta. Il bragozzo, o bragosso in dialetto, è stata la barca da pesca più diffusa nell'alto Adriatico tra la seconda metà dell'800 e la prima metà del 900. Dal fondo piatto come tutti i bragozzi, questo esemplare è molto particolare, se non unico, poiché misura poco più di 12 metri di lunghezza, dimensione ormai singolare. «Altrove, come a Cesenatico, conservano molto bene i loro bragozzi - osserva amareggiato Gilberto Pezzo - In questo caso possiamo parlare di pezzo unico. Chioggia ha mantenuto una flotta di bragozzi, ed ora non sa preservarne uno solo, anche come immagine stessa della città».
La storia: Ennio Casson, detto Busiaro l'ha salvato recuperandolo, offrendolo poi al museo della Laguna Sud. Invece è ancora a terra nel cantiere all'isola di Buon Castello a Sottomarina, dove si sta distruggendo, dal momento che le barche in legno vanno fatte ricoverare nell'acqua. Era stato ormeggiato davanti alla struttura del museo. Con il tempo, però, è persino semi affondato, perché sarebbe servita la manutenzione, come tutte le barche in legno. Così è stato posto a terra nel cantiere di Sottomarina, sotto la pioggia ed il sole, senza che fosse più toccato. «Il cantiere ora vuole disfarsene - rincara Giorgio Boscolo - Mi sembra impossibile che le istituzioni, i privati, e gli enti locali di Chioggia non intervengano per salvare questo bragozzo, che è il simbolo stesso della città, della sua marineria e della sua storia».
Barche, cosa sono i bragozzi
I bragozzi tradizionali sono stati costruiti completamente in legno, decorati con colori vivaci, che li rendono una pittoresca imbarcazione tradizionale, capace, grazie al fondo piatto, di raggiungere ogni angolo delle lagune dell'alto Adriatico.