David Bowie rompe il silenzio:
nuovo singolo dieci anni dopo/ Video

Mercoledì 9 Gennaio 2013 di Deborah Ameri
David Bowie
LONDRA - Nell’era digitale, dove le notizie corrono alla velocit della luce, riuscito a sorprendere tutti. Nessuno sapeva fino a ieri mattina all’alba che David Bowie avrebbe pubblicato un nuovo singolo, Where are we now?, preludio a un album che uscir l’11 marzo, dal titolo The next day. Il brano apparso ieri sul sito ufficiale e su YouTube, nel giorno del suo 66esimo compleanno e ha mandato i fan in delirio. il primo materiale inedito da dieci anni e il segnale che il Duca Bianco, da tempo reclusosi a New York con la moglie Iman e la figlia Alexandria, abbia intenzione di tornare alla ribalta. I media britannici lo hanno gi definito il pi gradito ritorno della storia del rock. E soprattutto il meno atteso. Mentre tutti lo credevano in un esilio volontario senza fine, mentre si temeva per la sua salute e per la sua perduta creativit, il londinese David Robert Jones, questo il vero nome, era chiuso in studio con lo storico produttore Tony Visconti, che ha collaborato a dodici dei suoi album.



UNA BALLATA

Il primo risultato è questa ballata struggente, che trasuda nostalgia e malinconia degli anni trascorsi a Berlino, a metà anni Settanta, dove ha inciso alcuni dei suoi classici: Low, Lodger e Heroes. L’atmosfera è retrò-futuristica. Nel testo Bowie immagina di salire su un treno a Potsdamer Platz e di sedersi al Dschungel, in Nurnberger Stasse, un leggendario nightclub. Di quel fortunato periodo berlinese Bowie aveva detto: «Ciò che mi ha ispirato di più era la sensazione che il Muro non sarebbe mai caduto. Anche i berlinesi ne erano convinti». Le parole si ripetono ossessivamente: «Dove siamo ora?». Cos’è successo a quel mondo? Forse Bowie è disorientato. Ma di certo la canzone riflette gli struggimenti di un uomo che rimesta nei ricordi, convinto che quei tempi non ritorneranno. Non una rockstar sempreverde come i Rolling Stones. Ma un artista maturo, che guarda al futuro con la certezza di non voler scimmiottare il suo passato. La voce è completamente diversa da quella che conosciamo. Più fragile, più dolce. Come quella di un nonno.



L’ESILIO

Ma forse l’aspetto più peculiare è il video che accompagna il brano. Girato dall’artista americano Tony Oursler, incorpora immagini della vecchia Berlino con quelle dell’officina sopra la quale Bowie viveva nella capitale tedesca. Il volto del cantante appare, insieme a quello di una donna, inserito in un pupazzo, deformato e allucinato, in quello che sembra essere una specie di laboratorio. A parte qualche foto rubata, non lo si vedeva in pubblico dal 2006, quando è apparso a sorpresa come ospite durante un concerto di David Gilmour alla Royal Albert Hall di Londra. Da allora il Duca Bianco, che nei suoi 40 anni di carriera ha influenzato non solo la musica, ma l’arte, la moda e lo stile, era scomparso del tutto. Ha rifiutato qualsiasi proposta di collaborazione e di ritorno in studio. Neppure il regista Danny Boyle era riuscito a convincerlo a esibirsi in occasione della cerimonia di apertura delle Olimpiadi londinesi. Sembrava che Bowie fosse deciso a rimanere nell’ombra per sempre. Invece il 12 marzo uscirà in 119 Paesi del mondo The next day, il trentesimo album di una carriera da 140 milioni di dischi venduti. Si può già prenotare su iTunes in versione standard, deluxe o doppio vinile. Facile prevedere che i click andranno alle stelle. Coraggiosa anche la copertina. La stessa di Heroes, ma con il titolo cancellato e un grande riquadro bianco sovrapposto al volto del cantante. Anche questa una riga tirata sopra il passato. Ma nonostante il ritorno la sua casa discografica ha precisato che Mister Bowie non rilascerà alcuna intervista e non terrà alcun concerto dal vivo.





Ultimo aggiornamento: 16:17

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