Si parla molto oggi della carta: sarà vero che sta scomparendo dal nostro quotidiano, soppiantata dall’universo web che si sta accaparrando il mondo dell’informazione, della comunicazione, sostituendosi ai media quotidiani e altro? “No” - a giudizio della signora della carta, Vittoria de Buzzaccarini, che dalla sua lussuosa “tana” cartacea veneziana, nella bellissima dimora alla Giudecca dove da anni porta avanti “Charta” (rivista tra le più quotate che tratta appunto di questo materiale in tutte le sue declinazioni, a cui si è affiancata spesso Alumina) : “la carta non scomparirà”. Appassionata, attenta esploratrice di notizie, amante di questo materiale al quale ha dedicato l’intera seconda metà della sua vita (e ben altro!) , la Buzzaccarini mi introduce alla magia della “carta da toccare”, perché questo materiale “ha un’anima, è il messaggero della nostra civiltà che senza la carta non sarebbe arrivata al nostro tempo con quelle informazioni che pervengono dalle pagine ingiallite di antichi libri e dai nostri quotidiani che ancora gran parte del mondo ama sentire tra le mani, sfogliando pagine che cantano piuttosto che sprofondare nel buio del mondo digitale, certamente più comodo ma freddo, privo di cuore”. Carta come materiale vivo e come legame con il nostro passato, traghetto di civiltà nei secoli raccontati anche dagli antichi codici che non a caso Buzzaccarini si è impegnata a riprodurre , uno per ogni annata, scegliendoli tra quelli che l’hanno emozionata di più.Al mondo della carta si lega il linguaggio dell’antiquariato che sa fornirci libri che da soli trasmettono sensazioni indescrivibili. Da quel mondo perviene anche l’editoria d’arte che tiene conto non solo dei contenuti letterari ma che intende “vestire i libri” con la scelta di edizioni ispirate alla bellezza. La carta da sola può annunciare il contenuto di un libro, offrendo emozioni legate al tatto, all’intuizione grafica, alle immagini stampate con cura sulla carta “giusta”.Nel mondo antiquario si è formato un editore d’arte dei nostri giorni, Luca Zentilini , fondatore di Linea d’Acqua, una casa editrice che ha scelto di pubblicare libri studiati anche per regalare alla lettura emozioni diverse. E qui la carta è il primo passo verso la realizzazione di quello che potremmo chiamare il vestito del libro. Ho tra le mani una delle ultime produzioni di Linea d’Acqua, “Fetes galantes” , di Paul Verlaine, che ha visto la luce per la prima volta nel 1869, oggi proposto con le immagini di Paul Emile Bècat. Fascicoli sciolti, introdotti da illustrazioni delicate, leggiadre, evocano un Ottocento prezioso a commento dei versi del poeta francese che instaurò per la lirica un nuovo corso. Il libro accuratissimo e di alta caratura estetica, è imprigionato in una scatola di cartoncino turchese a minuscoli fiorellini bianchi, con etichetta che riporta a edizioni d’antan vissute come un vestito di grande sartoria per l’invito a una festa galante firmato da Verlaine.Qualche tempo fa ho avuto occasione di sfogliare - pubblicata da Linea d’Acqua - una raccolta di preziose ricette di cucina veneziana accompagnate da brevissimi testi impregnati di eleganza letteraria, elaborati con il garbo e la precisione di ricercatrice puntigliosa di Rosamaria Lo Torto che, dopo una vita come docente di Lettere nei licei, ha assunto l’incarico di Delegata per Venezia dell’Accademia della Cucina Italiana. Un “libretto “ così, come tanti di cucina, che però si impone anche per l’eleganza e la bellezza della sua veste grafica: carta leggera , da sfogliare con lievità, illustrazioni bellissime, significative, a volte astratte per consentire il volo che questo tipo di lettura esige. Si tratta di alta editoria che si distingue in assoluto da quella “ricchissima e pesante” oggi richiesta a gran voce da manager di aziende che intendono affidare a questi oggetti editoriali (perché è un insulto chiamarli libri) l’esibizione della loro ricchezza, del loro potere, il genere autoreferenziale che si illude di trovare in questi immensi, pseudo-libri grandi, pesantissimi, ridondanti di colori , di invenzioni editoriali costose, il complice, l’alleato che in realtà racconta davvero la loro verità arrampicatrice, esibizionista . L’editoria d’arte è altra cosa, è altra dimensione che chiede alla cura per un libro un rapporto diretto con la grande cultura e la grande bellezza. “Il segreto vero di queste edizioni è soprattutto nella carta - mi confessa Luca Gentilini - questo materiale che per un’opera editoriale non deve essere da meno del contenuto letterario ”. E con l’omaggio alla carta questa Casa editrice piccola e importante ha realizzato tra gli altri anche il libro che racconta la storia di un’azienda veneziana e della famiglia che l’ha costruita (i Vidal): a dimostrazione che anche un libro con destinazione ovviamente commerciale può diventare un’opera. Non a caso si chiama veste editoriale: perché a suo modo , come una seta, come un velluto o un taffetas ,materiale per un vestito , devei “vestire” un libro.
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Luciana Boccardi