“Metti di trovarti nel decennio tra il ’50 e il ’60, seduto nei giardini di Chateau Marmont sul Sunset Boulevard, seduto a sorseggiare un cocktail ai frutti tropicali con Anjelica Huston, Jack Nicholson, Jane Fonda, Lauren Hutton e una giovanissima Kim Basinger”: più o meno questa la collocazione che Angelo Marani assegna all’idea di un look “californiano”, vivace, pieno di spunti freschi e innovativi, acceso nei colori e con bellissimi interventi stilistici , che ha consentito l’applauso più caloroso per la collezione P/E 2017. Basterebbe il favoloso costume da piscina a righe bianche e nere in due pezzi, il più bello visto finora nelle passerelle milanesi di pret-à-porter per la prossima stagione calda.
Fiori italiani , fiori di Sicilia alternati a stampe impressioniste sono invece i codici di lettura per la collezione di Luisa Beccaria presentata nella bella sede del Museo delle Scienze a Milano. Peccato – e devo sottolineare peccato – che anche la bella stilista italiana sia caduta nel trend di comunicazione che sta prendendo la mano a diverse griffe determinate a fornire le comunicazioni destinate alla stampa italiana, quotidiani e periodici italiani, non più nelle due lingue italiano e inglese utilizzabili sia per la stampa italiana che per la stampa estera, ma esclusivamente in inglese . Le ragioni? Apparire più internazionali? Risparmiare una schermata della stampante? Vivere la lingua italiana come messaggero non sufficientemente gratificante? Dichiarare esclusi dal proprio universo quelli che non conoscono l’inglese o non intendono abdicare alla lingua italiana?
Sorvoliamo sul problema, restando ancorati al piacere (e dovere) di parlare italiano in Italia, tra italiani, per comunicazioni destinate a giornali scritti in italiano. Una volta sarebbe stato motivo di scarso rispetto per l’interlocutore, o più esplicitamente, di un affronto alle belle maniere… Sollecitiamo le grandi e meno grandi griffes a ripensamenti opportuni e di correttezza che li convincano dell’opportunità (e della signorilità) della comunicazione fornita nelle due lingue, quella del paese ospitante e quella del mondo commerciale internazionale.
Grande soirèe in casa Cucinelli con il tradizionale incontro gastronomico nella sede della griffe a Milano per quasi 500 invitati . Piatto forte della serata signorilissima, la collezione P/E 2017 che presenta un Cucinelli inatteso, diverso, autore di un look di eccezionale bellezza ma soprattutto l’espressione esasperata di un lusso che non concede lacune né in fatto di qualità stilistica né di materiali, né di dettagli innovativi che si propongono con un tessuto inventato strappando fili da brillanti lamè, per gonne lunghe ampie, o per boleri, cappe o caraco. Frange e volumi avvolgenti si sprecano lasciando spazi anche all’oro /pelle per i nuovi “chiodi” o tuniche di ispirazione orientale. La distillazione del lusso compiuta con questa collezione dallo stilista umbro - da sempre inneggiante alla semplicità - arriva a inventare un tessuto con la sovrapposizione di barrette di organza intervallate da brillanti per una camicetta di bellezza unica. Casual sportivo con trattamenti couture, lavorazioni sofisticate: Cucinelli resta nel suo pianeta assoluto naturale ma cambia pelle, si alza nel volo stilistico impegnativo che questa collezione racconta come una fiaba.
Chiusura di giornata firmata Prada: in un contesto metallico, pavimenti, platea, scalinate e passerella di rete d’acciaio, la nuova eleganza (per usare un termine che Miuccia Prada ha definito “vecchio” ) è la sfilata-verità che la griffe ha proposto interpretando il nuovo modo di vestirsi raccontato ogni giorno in ogni luogo da donne di ogni punto cardinale. Ma vecchio semmai è un modo vivere l’eleganza che con il terzo millennio cambia colori e forme. Eleganza è armonia che resterà viva sempre. A suo modo, con codici opposti rispetto al bel vestire di ieri, la collezione Prada è provocatoriamente elegante. A suo modo.
Ultimo aggiornamento: 03:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA
MODI E MODA di
Luciana Boccardi