I fasci di luce rossa della Torre Velasca accendono l’euforia delle migliaia di visitatori che in questi giorni fanno tappa irrinunciabile a Milano che – con il contemporaneo fermento suscitato dalla settimana del Design - vive una doppia identità: la concretezza milanese , che si legge nell’organizzazione degli eventi e nella finalità delle sue manifestazioni, si accompagna arditamente a quel senso euforico di libertà che viene dal piacere dell’effimero come si configura il design , porta d’ingresso dell’arte applicata e insieme opera d’arte fine a se stessa.
Così si presenta la lettura di installazioni temporanee che proprio dalla loro provvisorietà traggono il fascino del precario, dell’ utilissimo ”inutile” che si configura anche nella lettura di un’opera d’arte. Oltre alle presentazioni in Fiera, a Rho, dove i partecipanti al Salone del Mobile (2407 espositori) occupano 150mila metri quadrati con proposte per i settori della casa, l’arredo, l’illuminazione, le novità per la cucina, per il bagno, il lusso da vivere dentro le pareti domestiche, nell’intero contesto urbano il Fuorisalone trasforma Milano in una vetrina globale del lusso .
“Il design non è più solo lo strumento per rinnovare gli ambienti in cui viviamo, arredi e architetture in primis, dichiara a “Chi è chi” la musa del design, Gisella Borioli, ma è diventato la bacchetta magica, la parola taumaturgica che cura tutti i malesseri o l’obsolescenza di ogni genere di prodotto, dai mezzi di trasporto agli oggetti personali , al fashion, al food, a tutto. Design è diventata una parola più promettente e più potente di “moda”.”
Impossibile non soffermarsi su immagini e installazioni superbe come quelle che affascinano i visitatori della Statale, alla Ca’ Granda , dove l’immenso velo luminoso di Mad Architets sembra svelare la fiaba di un paesaggio urbano contemporaneo.
Grandi firme raccontano l’evolversi del gusto destinato all’immagine di interni per uno stile di vita che sembra voler tornare alla meditazione , al viaggio fermo, alla riflessione dentro spazi che la fantasia a volte sa inventare in modi immaginifici. E’ il caso di Rubelli , con le sue proposte in tessuti (da quelli iper-classici ai più innovativi , quasi futuribili o nelle espressioni che esaltano l’eccellenza Lamborghini, o nell’universo dell’arredo luxury griffato Donghia.
Per il mobile che parla il linguaggio del nostro tempo, essenziale e accuratissimo, Pianca si racconta in una serie di proposte- casa di design estremo. Per Driade, Philippe Sark, Kpmstantin Grcic, Fukasawa, Lievore, Strallard, Federica e Roberto Palomba , raccontano la loro interpretazione dell’abitare. Gli iconici sistemi di arredamento USM Haller Furniture sono presenti da Massimo Rebecchi , in Corso Como.
Complementi d’arredo esclusivamente in vetro sono realizzati da “La Murrina” per Roberto Cavalli, mentre, con la griffe di Brooks Brothers, MID firma una collezione di arredi “modulo 101”, proposti in pezzi unici e numerati a mano.
Ultimo aggiornamento: 01:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA
MODI E MODA di
Luciana Boccardi