Dalla Senna al Tevere: c’è sempre stata questa alternanza Parigi/Roma per le rassegne d’alta moda che due volte all’anno trasferiscono gli addetti ai lavori (ma non solo) al seguito dell’espressione più alta della moda. Alta Moda in effetti non significa solo bella, importante o quant’altro ma indica l’esecuzione di abiti a mano o, la sartoria (quella parola che non si usa più ma che è ancora così viva nella realtà). Con l’alta moda – a differenza del pret-à-porter che ha caratterizzazione esclusivamente industriale – gli stilisti diventano “sarti”, sfornano gli abiti impossibili da realizzare quando si tratti di finalità commerciali precise come quelle che esige la moda pronta riprodotta in serie mentre con l’”alta moda” che prevede un solo abito, l’unicum, la fantasia può sbizzarrirsi, il lusso può esagerare, non ci sono limiti . la bellezza è garantita.
Le due collocazioni Parigi e Roma in questi ultimissimi tempi hanno cambiato generi: l’Alta Moda resta a Parigi come manifestazione deputata mentre in Italia, AltaRoma che dopo il Duemila ha preso in consegna il testimone , sempre più ha acquistato spazi per la moda dei giovani (primo fra tutti il concorso “Who is on next?” con la collaborazione di Vogue) e con la valorizzazione di nomi emergenti che dobbiamo augurarci non volino presto a Parigi come potrebbe accadere con Sabrina Persechino, griffe ad alta caratura stilistica e intellettuale si è affacciato solo qualche anno fa come astro indiscusso sul panorama della grande moda e che voci di corridoio darebbero come pret-à- partir verso Parigi sull’onda di un flusso sempre più nutrito di italiani che sfilano sulla Senna. In questa tornata ha debuttato nella capitale francese anche Scognamiglio presentando una collezione che ha riscosso ammirazione e rispetto.
AltaRoma esiste - e resiste - anche per frenare eventuali nuove “migrazioni” dell’alta moda valorizzando gli “italiani in Italia” e oggi ha al suo attivo molte presentazioni che valorizzano l’universo dell’abbigliamento , dell’accessorio, la realizzazione di percorsi –proposta che gli osservatori stranieri sanno di poter trovare nelle giornate romane di AltaRoma.
Da Parigi intanto registriamo la valorizzazione della sartoria, con la sfilata che Karl Lagerfeld per Chanel ha realizzato al Grand Palais dove ha fatto ricostruire puntigliosamente l’atelier di Mademoiselle Coco: fili, ritagli di tessuto colorato, forbici, aghi, sarte e sartine (un centinaio) chine sul ricamo, sull’orlo, come allora ma anche come oggi perché i sarti esistono e la sartoria non muore.
Il verbo del grande stilista austriaco punta sul tailleur impreziosito da ricami importanti e vistosi.
Con la donna – giardino di Giambattista Valli sono arrivati i gioielli della collezione Buccellati: diamanti e pietre superpreziose per i nuovi anelli, braccialetti, per il gioiello “da investimento” che in questa collezione stilisticamente predilige forme geometriche e rigore.
Ultimo aggiornamento: 19:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA
MODI E MODA di
Luciana Boccardi