La Delegazione veneziana dell’Accademia Italiana della Cucina ha realizzato un incontro elegante, piacevole e colto dedicato a “formaggi e loro storia” con l’intervento esaustivo di un famoso “naso” della scienza gastronomica, Enrico Augusto Semprini, che ha proposto a "La Caravella” di Venezia una regia inedita per una lezione “gustosa” a base di formaggio, anzi di formaggi, vini abbinati e un finale con risotto ovviamente…al formaggio, definito poeticamente il tentativo del latte di diventare immortale”. Il formaggio – con quella fragranza speciale che racconta ricordi di latte, i più importanti per la nostra vita che sulla memoria olfattiva costruisce ricordi e storia.
Introdotto dalle parole mirate della presidente, Rosa Maria Lo Torto , che da anni si dedica alla cultura legata ai cibi e alle bevande cogliendo chicche rare e informazioni preziose, il meeting dell’Accademia “a tavola” si è aperto con la descrizione delle qualità dell’ “Angelico”, il primo dei sei formaggi individuati da Semprini per questa lezione di storia (e attualità) gastronomica, proposto dal famoso “naso” in abbinamento con un vino raffinato, Lugana doc Riserva.
Nel nome di un formaggio è già riassunta parte della sua storia: i Morlacchi sono una popolazione nomade ormai estinta ( nel 1998 erano rimasti in 29, ora sono tre!) per la quale il nomadismo pastorizio ha rappresentato motivo di sopravvivenza. Questo saporitissimo formaggio , il “Morlacco” , prodotto con la tecnica originale viene consigliato a La Caravella con Sansovino Merlot veronese. “Bastardo” è formaggio con derivazioni francesi da gustare con Valpolicella , mentre “Monteveronese” - che racconta da solo le sue origini nel territorio veneto ricco di sapori - trova l’abbinamento più felice con il Cresasso Corvina veronese.
La lezione saporita si conclude felicemente con il supereroe dei formaggi, il “Piave”, un nome che racconta lo svolgersi di vicende care alla storia italiana vissute lungo le rive del fiume “patrio”, da degustare, suggerisce Semprini, con il grande Amarone di Valpolicella, tanto per restare nell’area veronese confermata regina dei sapori in questo meeting anche con il risotto che "La Caravella" ha mantecato con “Monteveronese” di malga.
Una pausa serena nell’atmosfera elegante che Rosa Maria Lo Torto ha voluto fosse accompagnata da una musica soavissima con il violino di Sofia Bolzan che ha concluso il convivio con il “Saluto d’amore” di Elgar : una colonna sonora aristocratica per la degustazione di una finissima crème brulèe proposta da “La Caravella” con una interpretazione al formaggio caprino.
Ultimo aggiornamento: 02:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA
MODI E MODA di
Luciana Boccardi