Giornata internazionale del cane, perché si festeggia oggi? L'Italia è il Paese più "pet friendly" del mondo: è boom di adozioni

Sono 8,8 i milioni di italiani che decidono di prendere un cane: ecco i motivi

Sabato 26 Agosto 2023 di Valeria Arnaldi
Giornata internazionale del cane, perché si festeggia? L'Italia è il Paese più "pet friendly" del mondo: è boom di adozioni

«Chi non ha avuto un cane non sa cosa significhi essere amato», diceva Arthur Schopenhauer. Sono 8,8 i milioni di cani nelle case italiane erano 7 milioni nel 2020 - secondo il Rapporto Assalco-Zoomark 2023. Aprire le porte di casa e cuore a un animale è una questione di sentimento e filosofia. Di approccio alla vita, come ha dimostrato la pandemia, che ha fatto registrare un boom di adozioni anche come risposta alla solitudine. Così, la Giornata internazionale del cane, che si celebra oggi, diventa un'occasione per riflettere su come siamo o siamo diventati cosa ci manca, cosa desideriamo, cosa sappiamo offrire.
Istituita nel 2004 negli Stati Uniti dall'attivista Colleen Paige, scegliendo come data quella in cui da piccola aveva adottato il suo primo cucciolo, la festa si è rapidamente diffusa nel mondo. A riprova, appunto, di un amore che non conosce limiti.

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Giornata internazionale del cane, i numeri

D'altronde, stando ai dati Fediaf, sono 104 milioni di cani in Europa. E, per l'Oms, si sale a oltre cinquecento milioni a livello globale. L'Italia è al primo nel mondo, sulla base del Dog-Friendly Country Index di Daily Infographics, tra i Paesi "dog friendly". I cani ci piacciono, li riteniamo amici, membri della famiglia - un sondaggio Samsung ha rivelato che è così per il 63% degli europei con un pet e che il 47% ha un account sui social dedicato al proprio animale a volte, come ha detto in passato anche Papa Francesco, li trattiamo come bambini. Le coppie «invece dei figli preferiscono avere i cani, i gatti. È un po' un affetto programmato, un affetto senza problemi», ha tuonato un anno fa. E secondo una recente ricerca Ipsos per Ca' Zampa su un campione di italiani possessori di cani, il 46% li considera come figli da coccolare e di cui prendersi cura, capaci di riempire la vita secondo il 51%, e di portare gioia e serenità in casa per il 28%.

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La filosofia

«Quando si stabilisce un rapporto costruttivo, questo animale diventa non solo un membro della famiglia, ma spesso ci si rivolge a lui, parlando di sé come "mamma" o "papà"», spiega Anna Maria Giannini, docente di psicologia all'ateneo Sapienza a Roma. «Chi li adotta, soddisfa un'esigenza affettiva. I cani hanno un'affettività molto forte nei confronti delle persone, danno amore incondizionato, sono molto presenti, accolgono quando si torna a casa, adorano». In una società che corre e consuma, ricordano valori quasi perduti. «Il loro amore senza sovrastrutture, non dato per interesse o per avere altro in cambio, per le persone è compensativo. Il rapporto con Fido risponde al bisogno di affetto degli individui e, in alcuni casi, alla loro solitudine. Non può compensare, però, il desiderio di avere figli». Tanto amore si traduce anche in numeri. Solo per l'alimentazione, lo scorso anno, come registrato da Assalco-Zoomark, si è registrato un giro d'affari di 1.275,1 milioni di euro, con una crescita del 19%. Aumentano anche di più dell'8% gli snack, ossia quelle piccole coccole di gusto, che si danno ai pet per premiarli, magari consolarli della giornata trascorsa da soli in casa quando si è al lavoro o, più semplicemente, per ribadire loro affetto. Insomma, per viziarli un po' e sentirsi meno in colpa per le proprie carenze, in termini di tempo, energie non è sempre facile avere voglia di giocare dopo una giornata di lavoro attenzioni. Stando a una ricerca di Toluna, digital market research agency, anche quando le risorse economiche sono poche o sono diminuite, non si risparmia su quelle per i cani. Si preferisce, se serve, rinunciare a pasti fuori casa, vacanze, shopping. E non è solo questione di cibo, ma anche di prodotti per l'igiene, giochi, tecnologia per contrastare quella che, in una circolo vizioso, ora che il lockdown è un ricordo, è diventata la loro solitudine.

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L'immaginario

Fumetto, cinema e televisione hanno contribuito a creare una serie di miti ed educare all'amicizia con il cane. Charles M. Schulz con la nascita di Snoopy, apparso per la prima volta in una striscia il 4 ottobre 1950, ci ha insegnato che «la felicità è un cucciolo caldo». Serie come Le avventure di Rin Tin Tin e Lassie, nello stesso decennio, ci hanno fatto capire che i cani sono amici, a volte eroi, capaci di salvarci nei momenti difficili. I film animati Disney Lilli e il Vagabondo, nel 1955, e La carica dei cento uno, nel 1961, ci hanno fatto commuovere, sorridere, innamorare, guardando il mondo con i loro occhi. E Hachiko - Il tuo migliore amico, diretto da Lasse Hallström, nel 2009, remake di un film giapponese del 1987 basato su una storia vera, ci ha spezzato il cuore mostrandoci fedeltà e dedizione. E così via, passando per Rex, Belle et Sébastien e moltissimi altri. «Film e serie Tv con cani divenuti iconici hanno contribuito a creare un sentimento di vicinanza nei confronti dell'animale afferma Giannini così come il fatto che i cani spesso svolgano incarichi utili alla società, come il salvataggio. Li sentiamo vicini, collaborativi». Tante le storie vere e numerosi i monumenti che le ricordano, come quello a Fido, a Borgo San Lorenzo, nel fiorentino, omaggio al cane che un operaio, Carlo Soriani, trovò ferito in un fosso, curò e tenne con sé nel 1941. Il cane da allora non lo lasciò più, lo accompagnava alla fermata del bus ogni mattina e lo aspettava lì al rientro. Fu così fino al 30 dicembre 1943, quando in un bombardamento, Soriani, con oltre 100 persone, rimase ucciso. Fido continuò ad aspettarlo, ripercorrendo la strada che facevano insieme, ogni giorno, puntuale, per quattordici anni fino alla sua morte, l'8 giugno 1958. Una lunga, indimenticabile, prova d'amore.

 

Ultimo aggiornamento: 08:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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