A Ventotene per la prima volta, i ricercatori hanno potuto osservare un esemplare di piccola taglia di tartaruga Caretta Caretta, meno di un anno d'età, lasciarsi trasportare dalla corrente sul versante ovest dell'Isola.
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«Il buono stato generale della piccola tartaruga supporta l'ipotesi che questo settore di mare abbia ormai caratteristiche idonee per lo sviluppo dei neonati», dice Sandra Hochscheid, ricercatrice della Stazione Zoologica e referente scientifico del progetto. «Questa sarebbe un'ottima notizia, se confermata, perché è un elemento essenziale per l'effettiva colonizzazione del Mediterraneo occidentale e la creazione di un'unità riproduttiva stabile», conclude la ricercatrice. I ricercatori hanno anche recuperato una tartaruga di circa 60 cm ricoperta di catrame che è stata prontamente ripulita e restituita al suo habitat naturale. Non solo. Il team ha osservato e, quando potuto, recuperato numerosi rifiuti galleggianti, anche nei punti più lontani dalla terraferma, ben oltre le 10 miglia nautiche. Principalmente bottiglie, buste, cassette da pesca ma anche palloncini che una volta in acqua diventano una minaccia mortale per le tartarughe e la fauna marina in generale.
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«In questi giorni abbiamo completato la seconda finestra stagionale delle attività di monitoraggio 2021. Attività di ricerca che sono la conseguenza naturale del protocollo d'intesa tra l'Amp delle isole di Ventotene e Santo Stefano e la Szn di Napoli Anton Dohrn - dice Antonio Romano, direttore della Amp - La collaborazione continua tra i nostri enti mira ad implementare le conoscenze su specie e habitat di rilevanza comunitaria per una corretta gestione dell'ambiente marino costiero dell'Amp e per la sensibilizzazione del pubblico sulle principali tematiche di tutela e di valorizzazione dell'incredibile patrimonio di biodiversità delle aree protette nazionali». In autunno la prossima sessione di monitoraggio.