Aumentano le famiglie monogenitoriali ma i servizi pubblici restano ridotti al luminicino.
Eppure, avere la possibilità di lasciare i figli a scuola per il pranzo sarebbe di notevole aiuto per i genitori che lavorano, soprattutto se single. Nel Lazio del resto prevalgono, più che in Italia, le famiglie monocomponente (36,1% versus 33%) mentre le famiglie con 5 o più componenti sono il 4,4% contro un dato nazionale pari al 5,3% . E nella Tuscia? Il numero di famiglie risulta essere di 142.217 mentre la media di componenti è di 2,2 contro il 2,3 dell’Italia e il 2,4 sia di Frosinone sia di Latina.
Altro tema quello degli indici socio-economici. In generale nel Lazio, pur essendoci una più alta concentrazione del reddito rispetto al dato nazionale indagini demoscopiche dimostrano che il 32,1% delle famiglie ha risorse economiche scarse (contro il 30,7% delle famiglie italiane) e che il 2,4% ha risorse assolutamente insufficienti. La provincia di Viterbo in tema di indici socio economici è sotto la media regionale. Questa circostanza, unita alla carenza di servizi di istruzione e formazione sul territorio, possono determinare l’abbandono precoce del percorso di istruzione e formazione. Sempre secondo i dati dell’istituto di statistica, nel 2018 in Italia il 13.5% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni è uscito dal proprio percorso educativo prima di conseguire il diploma. Nel Lazio la percentuale di ragazzi 18-24 che hanno abbandonato precocemente gli studi è dell’11.3%. Nel Viterbese il tasso è alto e in crescita, ma resta comunque inferiore alla media regionale, fermandosi al 7,7.