La sciata prima della slavina condivisa sui social: «Non ci ferma nessuno»

Domenica 11 Dicembre 2022
Video

«Siamo in diretta da Spazio cielo - Radio nuvola... Qua siamo veramente solo noi». È cominciata così la diretta video dalla neve del Trentino, ieri poco dopo le 11.30, da parte di un blogger di Cremona con sei ragazzi di Schio (Vicenza): doveva essere una giornata di spensieratezza in montagna, invece un'ora e mezza più tardi sulle Dolomiti è stata nuovamente sfiorata la tragedia, a soli quattro giorni dall'incidente sulla Marmolada costato un brutto spavento a un padovano.

Il lombardo si trova ricoverato in gravissime condizioni all'ospedale di Trento e uno dei veneti è rimasto lievemente ferito, dopo che una valanga li ha travolti mentre praticavano lo scialpinismo in Val di Fassa.


IL FILMATO
Stando a quanto ricostruito dai carabinieri di Vigo, il cremonese e i vicentini (fra cui due donne) si erano conosciuti in Marmolada e avevano deciso di fare una gita in Val San Nicolò. È da lì che il blogger ha attivato la diretta social, dal tono decisamente leggero, a dimostrazione del fatto che nessuno poteva immaginare l'imminente dramma: «Questa è Tv nuvola. Abbiamo qua gente senza piedi, senza scarpe. Ormai siamo arrivati a un livello di sfascio notevole. Abbiamo già degli spettatori in diretta». Nel filmato, si vede il 44enne in maniche corte e si sentono le sue battute ironiche: «Mi tocca portare in giro sta gente qua, imbriagoni senza calze, sono tutti pieni di cerotti, se li mettono dappertutto, anche nelle orecchie». Uno dei veneti presenta il resto della comitiva: «Siamo sei amici da Schio, giovani ventenni in cerca di avventura». Una delle ragazze sorride sulle disavventure dell'escursione: «Siamo piene di vesciche». Uno dei vicentini dice: «Vediamo come va a finire la giornata». Terminerà piuttosto male, ma il lombardo ancora non può saperlo: «Sto portando in giro questi matti, ci stiamo preparando dopo aver scaldato le gambe ad un whiteout generale (fenomeno per cui il paesaggio innevato si fonde con le nuvole bianche, ndr.). Come potete vedere, avevano già messo verso mezzogiorno una chiusura ed effettivamente l'hanno azzeccata in pieno, ma non ci ferma nessuno». Parole che, ascoltate adesso, sembrano gettare un'ombra sulle condizioni di sicurezza, tanto più in una giornata caratterizzata dal grado di pericolo valanghe di grado 3-marcato. Poi la conclusione del cremasco: «Un saluto ragazzi, mani al cielo! E poi fra un po' stappiamo bottiglie e birre».


L'INTERVENTO
Invece no: verso le 13, nei pressi del rifugio Passo San Nicolò, una slavina si stacca lungo il pendio che scende in direzione della baita Alle Cascate. Secondo i riscontri del Soccorso alpino e speleologico, il blocco ha un fronte di 50/70 metri e una lunghezza di circa 300, quando investe i due scialpinisti che si trovano a quota 2.200. Il veneto viene sepolto parzialmente e riesce a liberarsi, mentre il lombardo finisce completamente sotto la neve. L'uomo è privo di Artva, cioè dell'apparecchio elettronico utilizzato per la ricerca delle persone travolte dalle valanghe, così i compagni iniziano a scavare ma intanto chiamano il 112. La centrale unica di Trentino Emergenza mobilita i soccorritori in elicottero, in motoslitta e a piedi. A causa della scarsa visibilità, dovuta alla nebbia, il velivolo deve atterrare a Predazzo, da dove i quad dei vigili del fuoco trasportano in quota il tecnico di elisoccorso, le unità cinofile del Soccorso alpino e della Polizia, l'équipe medica, i soccorritori delle stazioni Centro Fassa, Alta Fassa e Moena. Una quarantina di operatori si muovono con le sonde, finché alle 14.20 il 44enne viene individuato ed estratto, in condizioni talmente critiche da far erroneamente circolare la notizia che sia deceduto. Invece l'intervento di rianimazione è provvidenziale, anche se lo scialpinista viene ricoverato in Terapia intensiva all'ospedale Santa Chiara.

Ultimo aggiornamento: 11:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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