Pfas, Miteni respinge ogni accusa:
nel suo mirino i depuratori consortili
«Investiti 15 milioni per i reflui»

Giovedì 21 Aprile 2016
Pfas, Miteni respinge ogni accusa: nel suo mirino i depuratori consortili «Investiti 15 milioni per i reflui»

TRISSINO - La Miteni di Trissino, azienda indicata come una delle cause della diffusione di Pfas sul territorio, non ci sta e rigetta qualsiasi responsabilità di inquinamento della falda. E indica falle nel sistema consortile di depurazione, al quale, sottolinea, convogliano i reflui centinaia di industrie.

«La presenza di Pfas nella vasta area descritta nell’incontro con la stampa svoltosi a Venezia non può essere dovuta alla falda dello stabilimento Miteni - si legge in una nota dell'azienda -. Un’area così vasta va necessariamente riferita al sistemi di scarichi consortili, a cui sono collegate centinaia di aziende del territorio. Miteni non produce più da anni Pfos e Pfoa, dal 2011, e ancora prima i reflui delle lavorazioni erano trattati internamente e poi inviati a sistemi di bonifica esterni. Pfos e Pfoa vengono usati tutt’oggi da oltre duecento industrie del settore conciario e manifatturiero presenti nella zona che li acquistano sul mercato estero, imprese che sono allacciate agli stessi scarichi consortili a cui è allacciata Miteni. Le acque in uscita dallo stabilimento di Trissino sono sotto costante controllo, trattate con sistemi che rispondono pienamente alle indicazioni del Consorzio senza che vi sia mai stato alcun superamento dei limiti richiesti».

«L’azienda ha peraltro investito nel trattamento delle acque e in interventi ambientali negli ultimi anni oltre 15 milioni di euro - continua il comunicato dell'industria delal chinica del fluoro -. Miteni collabora fin dagli anni Novanta con le istituzioni nazionali e internazionali per la ricerca sui Pfas e i possibili effetti sull’ambiente e sull’uomo, ancora in fase di studio. Confermiamo ogni disponibilità a condividere gli studi svolti in questi anni e siamo pronti a ogni confronto con le istituzioni. Già dal 2006 l’azienda ha fornito il proprio supporto scientifico all’Istituto Superiore di Sanità per ricerche e approfondimenti su queste sostanze che nella gran parte dei casi non hanno alcuna nocività conosciuta e sono ampiamente impiegate in decine di settori della produzione industriale tra cui anche il campo farmaceutico».

Ultimo aggiornamento: 16:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA