SCHIO – Ricattata da foto hard avrebbe fatto picchiare e rapinare il ricattatore con il quale era andata occasionalmente a letto.
Protagonista della vicenda è una 18enne albanese che risiede nello scledense, come il fidanzato italiano di 23 anni.
A fine luglio la ragazza, tramite amici comuni, aveva conosciuto a Padova il coetaneo Daniel Kasa, pure di origini albanesi, e tra i due era scattata la scintilla dell’attrazione tanto da finire lo stesso giorno tra le lenzuola.
I due si erano poi scambiati i numeri di telefono per rivedersi a breve. Però per la ragazza la storia era finita lì e pentita della scappatella nei giorni successivi ha ignorato sms e chiamate al cellulare di Daniel Kasa che, irritato del silenzio ha congegnato il ricatto del tipo: «Nel nostro incontro ti ho scattato delle foto e se non torniamo a letto le invio sulla pagina Facebook del tuo fidanzato e così mando in frantumi la tua storia d’amore».
Una richiesta apparentemente ignorata dalla ragazza, rimasta in silenzio. In realtà stava architettando una spedizione punitiva messa in atto in settembre. Quando Daniel Kasa è stato aggredito e rapinato del telefonino a Padova, da due giovani mezzi travisati, nel parcheggio del centro commerciale Giotto.
È stata un’aggressione violenta per Daniel Kasa, con frattura delle ossa nasali (15 giorni di prognosi) e furto solo del telefonino, non del portafoglio. Un dettaglio piuttosto strano e inconsueto.
Dalla denuncia contro ignoti i carabinieri di Padova sono risaliti ai probabili aggressori, due albanesi dell’Alto Vicentino: Blerim Djeloshi di 22 anni e Dashnor Marvataj di 20, parenti della ragazza ricattata e possibile mandante del pestaggio e furto del telefonino attuato per distruggere le prove del tradimento.
Le indagini sono in corso. Resta da capire se il fidanzato 23enne è ancora all’oscuro delle corna che si è guadagnato a fine luglio.
Ultimo aggiornamento: 11:36
© RIPRODUZIONE RISERVATA Protagonista della vicenda è una 18enne albanese che risiede nello scledense, come il fidanzato italiano di 23 anni.
A fine luglio la ragazza, tramite amici comuni, aveva conosciuto a Padova il coetaneo Daniel Kasa, pure di origini albanesi, e tra i due era scattata la scintilla dell’attrazione tanto da finire lo stesso giorno tra le lenzuola.
I due si erano poi scambiati i numeri di telefono per rivedersi a breve. Però per la ragazza la storia era finita lì e pentita della scappatella nei giorni successivi ha ignorato sms e chiamate al cellulare di Daniel Kasa che, irritato del silenzio ha congegnato il ricatto del tipo: «Nel nostro incontro ti ho scattato delle foto e se non torniamo a letto le invio sulla pagina Facebook del tuo fidanzato e così mando in frantumi la tua storia d’amore».
Una richiesta apparentemente ignorata dalla ragazza, rimasta in silenzio. In realtà stava architettando una spedizione punitiva messa in atto in settembre. Quando Daniel Kasa è stato aggredito e rapinato del telefonino a Padova, da due giovani mezzi travisati, nel parcheggio del centro commerciale Giotto.
È stata un’aggressione violenta per Daniel Kasa, con frattura delle ossa nasali (15 giorni di prognosi) e furto solo del telefonino, non del portafoglio. Un dettaglio piuttosto strano e inconsueto.
Dalla denuncia contro ignoti i carabinieri di Padova sono risaliti ai probabili aggressori, due albanesi dell’Alto Vicentino: Blerim Djeloshi di 22 anni e Dashnor Marvataj di 20, parenti della ragazza ricattata e possibile mandante del pestaggio e furto del telefonino attuato per distruggere le prove del tradimento.
Le indagini sono in corso. Resta da capire se il fidanzato 23enne è ancora all’oscuro delle corna che si è guadagnato a fine luglio.
