Moser, «Ho osato vincere»: serata
in museo con il campione trentino

Giovedì 3 Dicembre 2015
Moser, «Ho osato vincere»: serata in museo con il campione trentino
BASSANO - "Ho osato vincere": arriva Francesco Moser alla libreria La Bassanese e, per l'occasione, il museo civico gli spalanca le porte. Francesco Moser in bicicletta è stato un numero uno, vincendo più di ogni altro ciclista italiano. Una carriera che ha visto grandi successi – dal Mondiale su pista del 1976 a quello su strada del 1977, dalle tre Parigi-Roubaix inanellate di seguito fra il 1978 e il 1980 alla vittoria al Giro d`Italia del 1984 – nati dalla tenacia con cui si è saputo risollevare dopo le sconfitte. Infatti un'altra citazione del trentino riportata dagli organizzatori è "Cadi nove volte, rialzati dieci". L'incontro è venerdì 4 novembre in Sala Chilesotti del Museo Civico di Bassano del Grappa alle 20.30, ingresso libero. Modera la serata Luca Maria Chenet, presidente di Ciclisti Storici Bassanesi.

Moser uomo dei primati, fino alla consacrazione del record dell'ora, il primato stabilito a Città del Messico nel 1984 a trentatré anni. Molte le innovazioni portate con lui nello sport: fu il primo a usare le ruote lenticolari, a indossare gli occhiali antivento, a sperimentare nuovi metodi d'allenamento, tutti dettagli che poi gli altri corridori copiarono e sui quali nei decenni ci sono state anche tante discussioni. Bassano del Grappa e Francesco Moser si sono già “conosciuti”, quando il velodromo Mercante fu pista di allenamento per il suo record dell’ora.

“Esplode un colpo di pistola. Parte la caccia al record dell’ora. Per un istante è la paresi. È terribile. L’inerzia pare invincibile, come le lancette dell’orologio inchiodate sulle 0.00. Poi uno scatto, movimento, vita. Il mondo comincia lentamente a girare. Le pedivelle, la catena, la pista, il cielo messicano intorno a me. Qualche colpo di pedale e sono nel vento. Chiudo il primo giro in 29 secondi contro i 26 di Merckx. Sono in ritardo. Ho tutta la vita per recuperare, ossia soltanto un’ora”. L’inizio del volume di Francesco Moser "Ho osato vincere" è molto celebrativo e incalzante. "Una sorta di thriller sportivo per capire che cosa significhi correre per un’ora con se stessi e contro nessuno” scrive il libraio Marco Bernardi, che ricorda anche come, dopo Coppi e Bartali, nessuno come lui abbia saputo raccogliere intorno a sé l'affetto di tifosi e appassionati.

Durante la serata in sala Chilesotti vengono annunciate molte "rivelazioni" su aspetti inediti del ciclista e campione. “L’unico modo per conoscere un tuo limite è provare a superarlo. Tante volte potresti accorgerti che dove credevi ci fosse un muro, in realtà c’è una porta”, scrive Moser. Il ciclismo da anni è nel ciclone doping, che proprio in queste ore riguarda anche scandali vari in altre discipline, dall'atletica al calcio e non solo e in Italia e mezzo mondo. Moser è atteso per dire la sua anche su questo, visto che nei decenni scorsi in Italia, e in varie discipline, dall'emotrasfusione alle nuove sostanze, non si restò certo fermi. Purtroppo.

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