Tumori, così alterano i neuroni motori e fanno perdere peso, lo studio

Giovedì 2 Settembre 2021
Tumori, così alterano i neuroni motori e fanno perdere peso, lo studio

Tumori e dimagrimento rischioso per la vita, uno studio guidato dall'Italia mette in luce l'azione dei neuroni responsabili del movimento: la crescita della massa neoplastica causa la produzione di specifiche proteine (activina A, IL-6, noggin) in grado di alterare la struttura e la funzionalità dei neuroni motori presenti nel midollo spinale. Proprio a partire dall'identificazione di queste molecole coinvolte nella cachessia neoplastica, la perdita di peso che affligge più di un paziente su due colpito da tumore solido, gli scienziati hanno avviato con successo la sperimentazione di un farmaco già utilizzato contro altre malattie.

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La ricerca - pubblicata su 'Science Translational Medicine' e finanziata in Italia da Fondazione Airc e da Fondazione Umberto Veronesi - è firmata dal gruppo di Marco Sandri, coordinato da Roberta Sartori prima autrice del paper, presso il Dipartimento di scienze biomediche dell'università di Padova e l'Istituto veneto di medicina molecolare (Vimm), e da Paul Gregorevic, con il co-primo autore Adam Hagg, presso il Centre for Muscle Research dell'University of Melbourne in Australia.

Hanno collaborato il team dell'università di Padova diretto da Stefano Merigliano e il gruppo di Paola Costelli dell'università di Torino.

«Questo lavoro - sottolinea Sandri - è un esempio di come una collaborazione internazionale e multidisciplinare abbia permesso sia l'individuazione delle molecole coinvolte nella cachessia neoplastica, sia la sperimentazione in animali di laboratorio di un farmaco già in uso in vari Paesi per il trattamento di altre patologie. Il trattamento farmacologico ha contrastato la degenerazione dei neuroni, preservato la massa muscolare e aumentato la sopravvivenza indipendentemente dalla crescita del tumore». I risultati preclinici dovranno essere confermati in sperimentazioni sull'uomo, ma «questi risultati gettano le basi per lo sviluppo di una nuova serie di farmaci che potrebbero agire sia sui neuroni sia sui muscoli, per massimizzare l'azione anti-cachettica e migliorare la qualità di vita e la sopravvivenza dei pazienti oncologici». 

La crescita di un tumore all'interno del corpo umano - ricorda una nota di Vimm e università di Padova - causa dei cambiamenti funzionali, strutturali e metabolici dei tessuti che portano al progressivo aggravarsi delle condizioni del paziente. Nella maggior parte dei casi la neoplasia altera la normale capacità contrattile e metabolica muscolare, inducendo spesso nei pazienti uno stato di affaticamento, di stanchezza e di mancanza di fiato che non solo limita la capacità di movimento, ma riduce anche la tolleranza ai trattamenti farmacologici.

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Più specificamente, una delle cause di mortalità associata alla crescita tumorale è dovuta a un'incontrollata perdita di peso che non può essere contrastata con un supporto nutrizionale. Più della metà dei pazienti con tumori solidi va incontro a questo processo, chiamato cachessia, che è il risultato dell'esaurimento del tessuto adiposo e muscolare. Purtroppo i meccanismi molecolari alla base della cachessia neoplastica non sono ancora completamente definiti e, a oggi, non esistono terapie atte a contrastarne l'insorgenza. Da qui l'importanza del nuovo studio che ha chiarito appunto come la crescita della massa neoplastica causi la produzione di particolari proteine che cambiano la struttura e la funzionalità dei neuroni motori responsabili del rilascio di segnali attivatori dalla spina dorsale alle fibre muscolari. Questo effetto sui motoneuroni comporta una diminuita comunicazione tra nervo e muscolo, evento che induce debolezza, affaticabilità precoce, perdita di massa muscolare e insorgenza di cachessia.

Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 11:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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