Decine di No Pass davanti all'Università Ma la protesta in stazione è un flop

Giovedì 2 Settembre 2021
Decine di No Pass davanti all'Università Ma la protesta in stazione è un flop
LA PROTESTA
UDINE È stata un flop a detta di tutti anche a Udine e Latisana la protesta davanti alle stazioni ferroviarie, dove i manifestanti si contavano sulle dita di due mani, sorvegliatissimi da un esercito di forze dell'ordine schierate. D'altronde, quella formula, lanciata su chat e social a livello nazionale, era stata ripudiata da subito dagli attivisti udinesi mobilitati contro l'obbligo del Green Pass. Ieri, la protesta nostrana invece si è concentrata in centro, davanti alla sede nobile dell'ateneo (a palazzo Antonini-Maseri), e poi davanti alla vicina sede didattica e a Palazzo Florio: i manifestanti, poi, hanno fatto una passeggiata fino a raggiungere piazza Libertà, con cartelli e striscioni. Il rettore, che alcuni avrebbero voluto incontrare, come anche il presidente Fedriga, era «fuori sede per altre incombenze istituzionali», come ha spiegato al cronista.
IN ATENEO
Nel momento clou si sono contate circa 60-70 persone. Una manifestazione comunque non preavvisata, come fa presente un agente della Polizia, che è intervenuta in modo discreto assieme a carabinieri e Polizia locale. Fra gli studenti (non moltissimi, a dire il vero), Asia, 22 anni, di Medicina: «Paghiamo le tasse, abbiamo il diritto di entrare in università come tutti». In prima fila con il cartello Più Ippocrate, meno ipocriti anche un diciassettenne arrivato «per contestare una misura che ritengo discriminatoria verso gli studenti». Poi c'era Carolina, 21 anni: «Se voglio rifiutare il Green pass perché dovrei rinunciare allo studio? Mica posso fare un tampone a settimana». Con lei anche l'amica Greta, pure lei studentessa dell'ateneo friulano: «È la prima volta che veniamo, non pensavamo ci fosse altra gente. Lo abbiamo saputo dal passaparola». Ma Carolina si sarebbe aspettata «più persone». I manifestanti inneggiano al «diritto al lavoro e allo studio». Luca, studente di Giurisprudenza, che il cognome e l'età non vuole dirli, dice che manifesta «perché non riteniamo giusto che ci siano discriminazioni fra studenti per una libera scelta. Fare gli esami è un problema. Chiediamo almeno i tamponi rapidi gratis come soluzione intermedia». D'accordo anche l'amico, che studia economia e dà un nome fasullo per sua stessa ammissione: «Siamo studenti che ci facciamo domande. Se fosse per me non andrei a fare esami in questa situazione. Se sarà l'unica strada, farò il test, ma salivare. Ci sono pochi studenti? Sono in pochi quelli che si fanno le domande». Ed Elisa, 22 anni: «Non possiamo fare il tampone ogni due giorni, costerebbe troppo». Nicoletta Blasuttig, docente in una scuola media, fa una riflessione a voce alta sullo striscione davanti all'ateneo, che recita Libertà da ignoranza e pregiudizi: «Lo trovo stridente. Si parla di libertà dall'ignoranza, ma stanno proprio ignorando i diritti fondamentali. E questa situazione sta creando pregiudizi e divisioni». A scuola, assicura, «mi atterrò alle prescrizioni e sarò in regola. Lo devo ai ragazzi e all'onestà professionale».
GLI STUDENTI
«Gli studenti pensavano che Fedriga avrebbe incontrato il rettore di Udine e hanno proposto questa iniziativa - spiega Alessandro Gallo di Costituzione in azione -. Siamo qui per dare visibilità e sostegno agli universitari. Ogni iniziativa che rivendica i diritti va sostenuta». C'è anche Ugo Rossi, candidato a Trieste, che spiega di essere «entrato senza mascherina e green pass» in mattinata all'ateneo giuliano: «Abbiamo suonato il campanello del rettore che ha accettato che entrasse uno studente». «Per solidarietà con gli universitari» è arrivato dalla Destra Tagliamento Massimiliano Verdini, che insegna in un istituto di Spilimbergo e che si è presentato con una feluca da goliarda, eredità del suo passato accademico: «È giusto che i ragazzi abbiano un sostegno dai docenti di ogni ordine e grado».
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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