La FemiCz Rugby Rovigo rischia il crack per le conseguenze del Coronavirus

Giovedì 9 Aprile 2020 di Paolo Romagnolo
La FemiCz Rovigo canta l'inno accompagnata dai piccoli del minirugby Petrarca prima della finale di Coppa Italia vinta sui rivali padovani

ROVIGO. L’emergenza coronavirus mette a rischio il futuro della FemiCz Rugby Rovigo. A lanciare un nuovo allarme è sempre il presidente rossoblù Francesco Zambelli. Lo fa con un accorato comunicato stampa a sua firma per richiamare alle proprie responsabilità i due enti debitori nei confronti della società: la Federazione italiana rugby e il Comune di Rovigo. Dopo il definitivo stop alla stagione, se entrambe non faranno la loro parte, il pericolo di un “crack rossoblù” diventerà reale.

DUE SCADENZE
«Ci sono diverse circostanze per le quali la Rugby Rovigo potrebbe trovarsi “sotto scacco”, senza possibilità di prendere decisioni importanti. Alcune scadenze a fine aprile e altre a fine giugno, compreso il rilancio del settore giovanile, scandiscono ormai un conto alla rovescia sempre più pressante», scrive il patron.
Due le nuove “dead line” all’orizzonte. Entro il 30 aprile Zambelli chiede la “conferma da parte della Fir dei contributi federali 2019-2020, comprensivi del premio per la Coppa Italia (30mila euro, ndr)». Non solo, il numero uno chiedere garanzie anche sui finanziamenti federali per la stagione 2020-2021, «comprensivi della partecipazione alla Challenge Cup», che, dunque, il presidente dà per scontata per via del primo posto in classifica dei Bersaglieri al momento dello stop al Top12. Dalla Fir o dal Governo, questa volta entro il 30 giugno, Zambelli si attende anche, sotto forma di contributi straordinari, una «compensazione dei mancati incassi da partite casalinghe e per l’ingresso ai playoff” (50mila euro di premio Fir per l’accesso, molto probabile, alle semifinali, cui si sarebbero sommati 30mila per l’eventuale raggiungimento della finale e nuovi 30mila in caso di vittoria dello scudetto, ndr). A inizio estate sarà fondamentale anche «l’assenza di insoluti da parte degli sponsor», considerando che molti devono ancora saldare rate in sospeso per la stagione 2019-2020.
Poi viene il turno del Comune. Sempre entro il 30 giugno, Zambelli si attende il «rimborso da parte dell’amministrazione comunale degli arcinoti 68.082,47 euro», credito già messo a bilancio, sorto nel 2014 quando la Rugby Rovigo si sobbarcò i lavori per la messa a norma del Battaglini. Contestualmente il patron punta a ottenere la definitiva «non applicazione da parte di Asm Spa, alias Comune di Rovigo, dell’imposta sulla pubblicità all’interno dello stadio», altri 70mila euro mai inseriti nel bilancio rossoblù alla voce spese.

L’APPELLO
«La riduzione al minimo di legge del capitale sociale, avvenuta l’anno scorso, di fatto impedisce di poter ovviare anche a uno solo di tali punti – osserva Zambelli - Così pure l’impossibilità di accedere al credito bancario, se non dietro fideiussione del presidente, poiché in tempi non sospetti già concessa per precedenti affidamenti».
L’intento del patron è «informare gli appassionati rodigini e polesani, tifosi e sostenitori, sullo stato della società e del mio avvilimento – scrive - E in tutte queste difficoltà, in questi giorni con allenatore, giocatori e staff dovremmo anche adoperarci per tentare nella prossima stagione di prenderci quel titolo di campioni d’Italia che ormai sembrava alla nostra portata».
Poi l’appello, quasi urlato, a Fir, domani nuova riunione del consiglio federale sul bilancio di previsione 2020, e Comune: «Chi ancora non ha fatto ciò che da tempo poteva e doveva si faccia avanti, perché è giunta l’ora! Ho sempre creduto che il rugby a Rovigo fosse un bene comune per questo territorio, ma anche per il movimento nazionale, motivo per cui ho speso tanto (e pensare che i soldi potrebbero anche essere il meno). Ma nel mio cuore rossoblù ormai temo di non riuscirci più».
 

Ultimo aggiornamento: 15:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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