Rugby: perchè l'Italia può vincere contro gli All Blacks anche senza batterli

Venerdì 29 Settembre 2023 di Ivan Malfatto
Rieko Ioane, centro, una delle stelle degli All Blacks. Sfiderà il suo omonimo Monty Ioane, ala dell'Italia

LIONE. Il momento decisivo è arrivato. L’Italia affronta gli All Blacks alle ore 21 di oggi, venerdì 29 settembre, a Lione nella partita spartiacque della Coppa del mondo.

Nessuno che capisca di rugby le chiede di vincerla. Ha una possibilità su mille di riuscirci, visti i valori i campo. Tutti le chiedono di essere all’altezza. Di impegnare fino in fondo questi mostri sacri. Di mettergli pressione nel gioco e dubbi nella testa. Se ci riuscirà, pur perdendo, l’Italia avrà vinto il suo Mondiale. E se così facendo coglierà quella possibilità su mille che il dio ovale concede anche ai più deboli...Beh, allora non ci saranno aggettivi per descrivere l’impresa e la prima storica qualificazione ai quarti di finale.

Trentotto. La sfida degli Azzurri parte da questo numero. Sono i punti di scarto subiti a Roma due anni fa contro la Nuova Zelanda nella prima gara con Kieran Crowley in panchina. Risultato 47-9, 7 mete a zero. Superstiti a foglio gara oggi, 9 tutti neri e 11 italiani.

Da allora l’Italia è cresciuta. Trovando alcuni risultati di prestigio (prima storica vittoria in Galles e con l’Australia), un’identità di squadra, un gioco spettacolare fatto di rapidità e uso del talento dei trequarti. Lo riconosce anche il ct avversario Ian Foster: «Affronteremo una squadra che ha fiducia, perché l’Italia negli ultimi due anni è molto cresciuta nel gioco: nell’ultimo Sei Nazioni ha mostrato di essere competitiva in ogni partita».

COME QUATTRO ANNI FA
Gli All Blacks al contrario si sono involuti. Hanno subito storiche sconfitte con l’Argentina, l’Irlanda, per la prima volta hanno perso la gara d’esordio a un Mondiale con la Francia, nell’era Foster possiedono una delle percentuali di vittorie più basse di sempre. Sono ancora una squadra forte, ma usurata nel gioco, nella fiducia e nei protagonisti.

Se tale lettura è veritiera quel 38 diventa il vero spartiacque del Mondiale azzurro. Ogni punto di divario eroso sarà la prova dei progressi. Ogni punto di divario aggiunto sarà la prova che ci siamo illusi e l’Italia del rugby è ancora lontana dalla Nuova Zelanda più che dalla luna. Al Mondiale di 4 anni la Nazionale arrivò nell’identica situazione: due ampie vittorie su Namibia e Canada (ora su Namibia e Uruguay), 10 punti in classifica e il pieno di fiducia. Rimediò un tremendo 49-3 dal Sudafrica, poi laureatosi campione. Anche questo sarà un termine di valutazione importante.

Per impegnare gli All Blacks e provare a compiere il miracolo di batterli, l’Italia deve giocare per 80’ con l’intensità e l’efficacia con cui ha giocato i 20’ della ripresa in cui ha stroncato l’Uruguay. I 20 minuti più belli dell’era Crowley. E non è detto che basti. Ci riuscirà? «Se giochiamo in modo giusto possiamo metterli sotto pressione» dice fiducioso Tommaso Allan. «Cercheremo di alternare gioco alla mano e al piede. Dovremo essere più intelligenti in quest’ultimo - spiega Marius Goosen, assistant coach - È essenziale avere velocità sui breakdown per segnare. Abbiamo un piano specifico per provare a rallentarli, così come lo avranno loro: sarà un aspetto fondamentale nel quadro complessivo del match».
«Questi All Blacks si possono battere. Gli Azzurri hanno la fiducia alle stelle, non potevamo essere nella posizione migliore. Dobbiamo crederci» è la sentenza di Diego Dominguez, commentatore Sky e grande ex. Allora crediamoci, ma senza illuderci.
Girone C. Classifica: Francia 13 punti, Italia 10, Nuova Zelanda e Uruguay 5, Namibia 0.
 

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