Marzio Innocenti: «Cardiff è solo l'inizio, così cambierò il rugby italiano»

Lunedì 4 Aprile 2022 di Antonio Liviero
Marzio Innocenti

Marzio Innocenti archivia un anno di presidenza Fir.

Il giorno dell'elezione, il 13 marzo, l'Italia usciva travolta dal Galles a Roma 48-7. Dodici mesi dopo il trionfo storico a Cardiff.


Un anno di presidenza, che situazione ha trovato?
«Ogni giorno ho scoperto qualcosa, è stato un anno difficile anche perché la mia è una presidenza con l'obiettivo di cambiare moltissime cose».


Ha rimosso subito Ascione dal vertice tecnico. Pentito?
«No. È una scelta che andava fatta. Non si è trattato di un provvedimento contro la persona. Ma stava cambiando l'indirizzo tecnico della Fir ed era logico prenderne atto».


Ha trovato in Fir la collaborazione che si aspettava?
«Non da tutti».


E dal responsabile della formazione under 20 Stephen Aboud?
«Ha ritenuto di non aderire al progetto, non l'ho convinto abbastanza pur avendo un giudizio positivo sul suo operato. A giugno scadrà il contratto e le sue mansioni verranno assorbite dalla nuova figura del responsabile della transizione under 20 che dovrà occuparsi dell'inserimento dei migliori talenti a livello seniores, una fase critica nella quale soffriamo».


Si parla dell'argentino German Fernandez, tecnico del Viadana.
«Ha un'esperienza importante nella formazione della federazione argentina, ma non è stata presa alcuna decisione».


Si passerà dalle Accademie ai club.
«Tutto quello di buono che il sistema delle accademie ha fatto non verrà smantellato ma, al contrario, rilanciato all'interno di un progetto più ampio e radicato nel territorio, che coinvolgerà i club, in sinergia con la Fir, nella gestione di 10 poli di formazione. Ci saranno poi due centri di formazione permanente a Milano e a Roma per dare risposte ai talenti del Nordovest e del Centrosud dove c'è quantità ma una qualità insufficiente. Rimarranno invece due accademie ma associate direttamente alle franchigie professionistiche. Un sistema che ci consentirà di lavorare con 300-400 ragazzi, raddoppiando il numero attuale e ridando entusiasmo alle società».
Qual è il bilancio tecnico di questi 12 mesi?
«Le franchigie sono un po' in difficoltà ma il Benetton ha vinto la Rainbow Cup. Abbiamo rilanciato l'Italia A, che si è imposta su Nazionali dal 15° al 19° posto del ranking e la nostra Under 20 ha vinto per la prima volta 3 partite nel 6 Nazioni. Quanto all'Italia femminile si è qualificata per un Mondiale a 12 squadre dal quale sono rimaste fuori realtà come l'Irlanda».


E la Nazionale maggiore ha vinto a Cardiff.
«Lo dicevo da mesi che si poteva vincere in Galles e anche con la Scozia avremmo potuto farlo».


Merito del lavoro dei suoi predecessori...
«Ognuno la vede come vuole ma per 7 anni non hanno mai vinto nel 6 Nazioni. Se quando cambia il governo i risultati arrivano qualcuno dovrebbe farsi delle domande».


Cosa è cambiato in Nazionale?
«Tante cose, a cominciare dalla guida tecnica. Crowley è il ct perfetto per l'Italia in questo momento. Ha competenze internazionali importanti e allo stesso tempo conosce bene pregi e difetti della nostra realtà».


Una squadra più concreta.
«Tutte le avversarie del 6 Nazioni sono attualmente più forti di noi, ma abbiamo capito che se facciamo punti ogni volta che capita l'occasione e restiamo in partita, possiamo batterle».


In Italia le vittorie a volte sono dannose, frenano il cambiamento.
«I problemi non vanno nascosti sotto il tappeto di qualche vittoria, ci vorrà tanto lavoro per risolverli. Il successo di Cardiff è solo un passo che ha ridato entusiasmo e fiducia. Oltre che credibilità nel 6 Nazioni».


L'uscita dell'Italia dal Torneo non è più all'ordine del giorno.
«I nostri partner ci rispettano e sostengono. Ho chiesto chiarezza rispetto alle voci che circolavano e l'abbiamo ottenuta in pieno».


Franchigie. C'è la proposta del Petrarca che aspetta da tempo.
«L'Urc ci chiede due franchigie competitive e la situazione delle Zebre da questo punto di vista va migliorata. Chi investe stia tranquillo, abbiamo a cuore la realtà di Parma ma chi vorrà entrare nella gestione della franchigia dovrà assicurare un impegno finanziario identico a quello federale perché servono risorse per crescere. Entro l'estate valuteremo le proposte, tenendo conto ovviamente della disponibilità manifestata dal Petrarca».


Nel bilancio preventivo 2022 c'è un passivo di 7 milioni 569 mila euro. Come lo spiega?
«La pandemia ha prodotto un calo delle entrate. In due anni ci sono stati circa 3 milioni in meno complessivi di incassi rispetto alle previsioni. La perdita dello sponsor di maglia ha gravato per 1,4 milioni. In questa situazione abbiamo ritenuto vitale non rinviare un investimento di 4,6 milioni sul rugby di base. Ma cercheremo di fare risparmi. Già quest'anno prevediamo di rientrare di 2,5 milioni e di chiudere in pareggio il prossimo preventivo. Inoltre la sponsorizzazione con Bitpanda la porteremo fino ai Mondiali».


Non era meglio farli a monte i risparmi?
«C'è chi avrebbe voluto farli sull'attività tecnica. Ma è proprio dove sarebbe delittuoso tagliare, è il nostro core business. Si sarebbe affossato il rugby vero. Si parla spesso delle scelte coraggiose di imprenditori che investono nei momenti di difficoltà. Io non sono un imprenditore come chi mi ha preceduto, ma questa piccola lezione l'ho imparata».


L'addio del segretario generale Signorini è legata al bilancio?
«Ho fortemente voluto Michele, che ha svolto un egregio lavoro. Quando mi ha chiesto se lo lasciavo libero di rientrare al Coni, dove si sono aperte per lui delle possibilità che sembravano precluse quando è venuto da noi, non mi sono posto il problema di trattenerlo, perché a un amico non si chiudono le strade. Ma non l'abbiamo perso, rimane vicino a noi. L'interim di Signorini l'ha assunto il direttore amministrativo, che non ha avuto problemi a firmare il bilancio».


Si vocifera di un rischio di commissariamento.
«Baggianate. La Fir è solida, ha un patrimonio di 17 milioni. I 30 milioni lordi entrati dalla cessione di quote del 6 Nazioni e di Urc verranno liquidati in 5 anni e quindi non abbiamo una disponibilità immediata. Ma questi soldi li utilizzeremo per lo sviluppo del rugby».
 

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