Rugby, soldi ai club: 160mila euro l'uno in Top 12, 160 euro a punto agli altri

Lunedì 20 Aprile 2020 di Ivan Malfatto
I capitani del Top 12 alla presentazione del campionato a Padova

ROVIGO -  I consigli federali tenuti a cadenza settimanale dopo la sospensione definitiva dei campionati italiani di rugby (26 marzo) hanno quantificato i contributi e stabilito i criteri di assegnazion per i club di Top 12 e per quelli degli altri campionati (A, B, C, giovanili e femminile). Per le franchigie del Pro 14 la situazione è in stand by, in attesa di sapere se e come verrà conclusa la competizione.
Ecco quanto trapela dal "parlamento" del Federazione italiana rugby (Fir), oltre ai comunicati ufficiali. Nuova riunione giovedì 23 aprile.

IL TOP 12
E' stato deliberato di liquidare i 160 mila euro di contributo a testa previsto per i  club, anche se il campionato di è interrotto a febbraio. Quindi 1.920.000 euro complessivi divisi in parti uguali dal Rovigo primo in classifica alla Lazio ultima.

Non è stata ancora presa una decisione sui 290 mila euro di premi spettanti alle 4 società qualificate ai play-off: 50.000 a testa alle semifinaliste, più 30 mila alle finaliste, più 30 mila alla vincintrice. Tre le ipotesi sul tavolo quando, e se, questo finanziamento verrà discusso: 1) Destinarli a premio per la stagione futura; 2) Distribuirli anch'essi in parti uguali fra le 12 squadre; 3) Distribuirli fra le prime 4 in classifica al momento della sospensione.

C'è anche una quarta ipotesi: che quei 290 mila euro non siano affatto distribuiti. Non solo perchè i play-off non si sono disputati. Ma perchè mancano i soldi. Nel bilancio della Fir essi sono ricavati, come il 1.920.000 euro, i premi per la Coppa Italia (30 mila euro al Rovigo, 10 mila al Petrarca) e una parte dei finanziamenti federali a Benetton e Zembre in Pro 14,  dai 5 milioni di euro  annuali girati dall'Eprc per la partecipazione delle squadre italiane alle coppe europee.
Qest'anno dovrebbero essere molti meno di 5 milioni per due motivi: 1) La riduzione degli introiti da diritti televisivi e di marketing dell'Eprc, con il problema di un contenzioso con la tv Bein Sport. Si ipotizzano al di sotto dei circa 53-55 milioni di euro consueti; 2) L'ulteriore rischio di riduzione per la crisi del Coronavirus, se le Eurocopee (aerrivate ai quarti di finale) non dovessero concludersi o dovessero farlo in forma ridotta, con minori incassi da pubblico, sponsor, eccetera.

GLI ALTRI CLUB

Agli altri circa 470 club dalla serie A in giù, sono stati destinati 2 milioni di euro da distribuire secondo il criterio di chi ha fatto più attività. Dalle giovanili alla seniors al femminile, verrà stabilito un punteggio moltiplicato per un algoritmo: fatto 1 l'intero campionato sarà 0,6, 0,7, 0,8 a secondo del momento della stagione in cui si è interrotta l'attività nelle diverse categorie. Secondo i primi calcoli ogni punto dovrebbe valere circa 160 euro. Una società con 50 punti si poterà a casa circa 8.000 euro, con 100 16.000 euro e via di questo passo.

I RISPARMI DELLA FIR
La Federazione dove ha trovato i 2 milioni di euro da investire in questo fondo il Covid-19? Che vanno sommati ai circa 700.000 mila euro tenuti in un fondo di riserva del bilancio preventivo per le ulteriori necessità che si manifesteranno da settembre in poi?
Principalmente dall'annullamento dell'attività estiva delle nazionali. Non è ancora ufficiale, ma non si disputeranno i test-match di luglio in Nord America ed Argentina. All'Italia sarebbero costati circa 900.000 mila euro, non producendo introiti che vanno solo ai Paesi ospitanti. E' stata annullata ufficialmente tutta l'attività estiva di Rugby Europe dell' Italia seven, anche questo un costo risparmiato.
Nel fondo dovrebbero confluire anche i tagli del 25% agli stipendi sostanziosi dei dirigenti delle quattro area della Fir (Ascione tecnica, Checchinato marketing, Grenti economica, Peruzza segreteria), i gettoni di presenza dei consiglieri, del presidente più altri risparmi 

I SOLDI DEL CONI
Per quanto riguarda i circa 70 dipendenti della Fir, l'intenzione sarebbe di chiedere a Sport e Salute, la società statale di gestione dello sport insieme al Coni, la possibilità di attivare la cassa integrazione come annunciato dalla Federazione italiana tennis (Fit) . Si tratta delle due federazioni che, secondo i dati 2018 citati da Milano Finanza, ricevono meno contributi dal Coni in rapporto al loro bilancio.

Il 12% la Fit su bilancio di 58 milioni annui, dove la principale entrata deriva dagli Intertenazionali d'Italia (35 milioni). Il 13% la Fir su un bilancio di 45 milioni, nel quale la principale entrata è il Sei Nazioni (19 milioni). Il calcio, per fare un paragone, ottiene il 23% dal Coni su un bilancio di 160 milioni di euro.

Ultimo aggiornamento: 10:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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