La replica non s’è fatta attendere. E ricalca da vicino, quello che già qualche mese fa Francesco Totti aveva ribadito riguardo alla CT10 Management, finita nuovamente nel mirino dopo un esposto dell’Aiacs (Assoagenti) alla Commissione Agenti della Figc sul ruolo dell’ex capitano, accusato di operare come agente sportivo, pur non avendone il titolo: «Con riferimento ad una serie di articoli pubblicati da molti organi di stampa ed alla notizia, allo stato priva di riscontro, dell’apertura di un’indagine nei miei confronti e di un esposto di un’associazione di agenti che mi attribuisce di aver svolto attività di agente, ribadisco come già precisato il 18 agosto 2020 che non esercito l’attività di agente sportivo, ma svolgo esclusivamente l‘attività di scouting in conformità a tutte le disposizioni previste dalla legge (...) - spiega a Tmw - Diffido chiunque dal persistere in strumentalizzazioni contenenti approssimazioni e imprecisioni riguardo la mia attività, riservandomi ogni iniziativa». Totti dunque nega l’apertura di un’inchiesta a suo riguardo e della Ct10. Il termine può magari esser ritenuto eccessivo dall’ex Capitano, ma sempre di un procedimento si tratta. A tal punto che nei giorni scorsi è stato ascoltato il suo socio, l’agente Fifa Giovanni Demontis. Con lui, il 26 novembre 2019, Totti ha iscritto alla Camera di commercio di Roma la Ct10 srl. Demontis ha il 51% e il Capitano il 49%, nonostante gli utili netti risultanti dal bilancio siano ripartiti in modo diametralmente opposto: 90% Totti, 10% Demontis, «dedotto il 5% da destinare a riserva legale fino a che questa non abbia raggiunto il quinto del capitale».
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Una vicenda che parte da lontano.
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