Fosse per José Mourinho giocherebbe tutte le partite con la difesa a quattro, ma il parco giocatori attuale non glielo permette. Non tanto per i centrali che ne ha ben cinque (Smalling, Mancini, Ibanez, Kumbulla e Llorente), ma per i terzini. Sono loro il vero problema, perché Zalewski a destra è un adattato (fino a due anni fa era un attaccante esterno mancino), Karsdorp è infortunato fino a fine stagione e Celik (unico di ruolo) non dà le necessarie garanzie. A sinistra, invece, c’è Spinazzola che non garantisce continuità e deve alternarsi con il polacco.
Con il Torino torna la difesa a tre
Ecco, dunque, che sabato prossima José schiererà nuovamente Mancini, Smalling e Ibanez, con un dubbio: Llorente. Lo spagnolo arrivato in prestito dal Leeds a gennaio, lo ha convinto: «Con la squadra in difficoltà, senza tre difensori centrali, ha giocato molto bene. Anche in fase di costruzione con palla ha mostrato grande tranquillità, mi è piaciuto veramente». Perché non riproporlo anche nella difesa tre? Sarebbe un rischio modificare l’assetto di una linea rodata che ha portato i giallorossi a essere la quarta squadra in campionato ad aver subito meno gol, ma alternarlo con Ibanez o Mancini può garantire più lucidità al reparto. Ora che José può fidarsi di lui, non è escluso che provi a inserirlo, sempre rispettando le gerarchie del reparto. Ma considerando le ultime prestazioni del brasiliano non è detto che l’avvicendamento non possa esserci a stretto giro.
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