Messi, Pelè, Ronaldo, tutti loro, in una grande squadra sono stati, in tempi diversi, i più grandi.
Leggi anche > Come è morto Maradona: l'autopsia. Le ultime ore dal malore a casa ai soccorsi
Le vittorie più prestigiose sono scolpite nella memoria collettiva: il Mondiale conquistato con l'Argentina, i due scudetti vinti con il Napoli, le coppe in azzurro ma anche con il Barça. E così i suoi gol, come la famosa mano de Dios e i 13 tocchi da centrocampo contro l'Inghilterra, come la punizione cibernetica contro la Juve al San Paolo sotto la pioggia. Ma Maradona era di più, molto di più; era il calciatore più vicino alla gente, non solo il più grande. Lo abbiamo visto giocare e divertirsi nel fango di una cittadina sconosciuta nel Napoletano, Acerra, solo per mantenere una promessa a un compagno di squadra; lo abbiamo visto ballare con il pallone durante un riscaldamento, prima di un Bayern-Napoli e la gente ballava con lui. Lo abbiamo sentito raccontare ai giornalisti increduli che il più grande calciatore dell'Argentina è stato El Trinche e non Maradona. Già, El Trinche, al secolo Tomas Carlovich, campione sconosciuto ma amato e glorificato da Diego. Così, ha conquistato tutta quella gente nel mondo che vive e lavora onestamente e che voleva solo un dio pagano da amare. L'ha avuto e lo avrà sempre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA