«Giocare a Wembley deve essere un piacere», Lo spirito dell’Italia è nella frase di Mancini che, introducendo l’ottavo contro l’Austria (stasera, ore 21), chiama in causa il mitico teatro del calcio inglese. È il suo modo di chiedere la prestazione migliore agli azzurri.
Senza veleno
Wembley è sold out solo perché in tempi di pandemia si dice così. Capienza al completo, anche se è ammesso appena il 25 per cento del pubblico, meno di 22 mila spettatori. Saranno solo 1200 i tifosi azzurri, ovviamente residenti in Inghilterra. Il premier Johnson ha promesso il pienone, con 60 mila presenze, per le semifinali e la finale. Mancini guarda solo alla «bellezza» e non al resto. «Siamo stati benissimo all’Olimpico. A Roma si era creato qualcosa di speciale ma è un Europeo itinerante. Questo è uno stadio fantastico e ci sarà una bell’atmosfera». Non si volta indietro, pensando alla finale di Champions persa con la Sampdoria nel 1992. Lui in campo, come altri del suo staff, a cominciare dal capodelegazione Vialli. L’attualità si divora il passato. «Dovremo fare la nostra partita. Nell’ottavo e anche nelle altre: fino alla quarta, se saremo così bravi. Insisteremo con il nostro calcio, questo dobbiamo fare. Adesso viene il bello del torneo». Con le gare da dentro o fuori. «Devi vincere per forza. L’Austria, tra l’altro, è un’ottima squadra, non dobbiamo sbagliare nulla. Loro sono aggressivi e hanno qualità». Si sbilancia, dando appuntamento alla possibile big da incrociare nei quarti, il Belgio di Lukaku o il Portogallo di Ronaldo. «La più difficile è la prima, cioè questa. La seconda diventerebbe più facile». Non dedica, con eleganza, nemmeno un passaggio all’arbitro che è l’inglese Taylor. E, con una battuta, usa il sorriso per rispondere a chi cerca di agitarlo con la variante Delta che non dà tregua alla popolazione inglese. «Abbiamo fatto tutti la seconda dose del vaccino: siamo tranquilli». Va subito oltre. «Pressappoco ci siamo». Il riferimento è alla formazione. «La mia fortuna è avere calciatori che entrando possono risolvere la partita». Verratti sembra davanti a Locatelli per fare il play di scorta accanto a Jorginho e garantire libertà a Barella. Con Chiellini il ct ha parlato prima di lasciare Coverciano. La tentazione c’è, ma senza rischiare. Tornano i titolari delle prime gare: i terzini Di Lorenzo e Spianazzola e i centrali difensivi Bonuucci e Acerbi. Tocca a loro proteggere Donnarumma: l’Italia non prende gol da più di 10 partite, da 1055 minuti. Il record di Zoff è 1143’. Davanti, invece, riappare il tridente del Sud con Berardi e Insigne ad accompagnare Immobile. «Ringrazio questi ragazzi che mi hanno fatto divertire, vorrei continuare a farlo», chiarisce Mancini. Il collega Foda, invece, riflette sulla difesa a 3 per l’Austria che è al 23° posto nel ranking Fifa.
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