US Open, Feder e Nadal vanno avanti a fatica

Venerdì 1 Settembre 2017 di Angelo Mancuso
US Open, Feder e Nadal vanno avanti a fatica
"Ho messo a posto la schiena, ora deve migliorare la condizione", aveva detto Federer dopo il successo in cinque set all'esordio contro il Nex Gen Tiafoe. Aveva visto giusto perché altrettanti sono stati necessari contro Mikhail Youzhny, ex top ten di un anno più giovane del 36enne svizzero e oggi fuori dai top: 6-1 6-7 (3) 4-6 6-4 6-2. Aveva vinto tutte le 16 precedenti. Non solo: il russo aveva racimolato in tutto tre set. King Roger ha giocato davvero male, forse la peggior prestazione dell'anno e buon per lui che a fine quarto set Yoyzhny ha accusato i crampi. Eppure sembrava tutto facile: un primo set senza storia, poi da metà del secondo il tracollo. Vuoi la schiena che aveva condizionato il Fenomeno di Basilea a Montreal un paio di settimane orsono, vuoi un atteggiamento stranamente arrendevole e superficiale, ma quella che sembrava una passeggiata si è trasformata in una marcia in salita davanti al pubblico sbigottito. Ma forse il più incredulo era proprio Youzhny, che sul cemento di Flushing Meadows vanta due semifinali nel 2008 e nel 2010, ma che era reduce da cinque sconfitte di fila al primo turno. Insomma se Federer vuole davvero vincere un titolo che gli manca da nove anni (vanta una cinquina consecutiva dal 2004 al 2008) e puntare al numero uno mondiale scavalcando il rivale di sempre Nadal dovrà fare meglio che con Youzhny: decisamente troppi i 68 errori gratuiti: 27 diritti, 35 rovesci, 4 volée e 2 doppi falli. Un'enormità per il Fenomeno.

Qualche problema, ma solo nella prima ora di gioco, anche per Nadal. Il numero uno del mondo si è trovato sotto di un set e di un break contro il giapponese Taro Daniel, 24 anni e numero 121 ATP che vive e si allena in Spagna a Valencia ed è nato proprio a New York. Il mancino spagnolo si è imposto per 4-6 6-3 6-2 6-2.

Si è fermato al secondo turno il cammino di Stefano Travaglia agli US Open. Dopo il successo nel derby con Fabio Fognini, il primo per lui in un tabellone principale di uno Slam, il 25enne marchigiano, numero 144 ATP (ma grazie all'exploit newyorjese salirà intorno alla 120esima posizione stabilendo il suo best ranking) e unico azzurro a superare le qualificazioni, si è arreso al serbo Viktor Troicki, numero 52 ATP: 7-6 (6) 7-5 6-0 in poco più di due ore. Peccato per un diritto out da metà campo sul 5-5 del tie break del primo set che avrebbe portato Travaglia sul set point. Per il resto il tennista di Ascoli Piceno, che ha dovuto superare in carriera molti infortuni anche gravi, ha poco da recriminare. Il suo match è durato due set, poi i crampi e le vesciche al piede lo hanno condizionato. Lo ammette lui stesso: "La vittoria di ieri contro Fognini mi ha portato via tante energie, anche mentali - ha ammesso - non sono abituato a giocare al meglio dei cinque set, ma questo non toglie meriti al mio avversario. Nel terzo set ha alzato molto il livello e mi è scappato. Devo ancora lavorare tanto fisicamente per abituarmi a giocare con questa intensità.

Oggi vanno in campo Paolo Lorenzi e Thomas Fabbiano che daranno vita ad un derby azzurro. Si sono affrontati in passato due volte sempre a livello di challenger (a Mestre nel 2014 e a Cordenons nel 2015) e ha vinto in entrambe le occasioni il senese. Comunque vada avremo un italiano agli ottavi dello Slam americano come nel 2015 con Fognini e nel 2005 con Sanguinetti.
Ultimo aggiornamento: 16:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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