«Sarà la finale degli 800 più veloce di sempre» fa Gregorio Paltrinieri appena fuor d’acqua nella piscina di Fukuoka, in Giappone, dove si stanno disputando i mondiali di nuoto.
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Wellbrock, in questa penultima batteria di fondo ma sprint, si classificava quinto in 7:45.87 ed era questo il crono cui dovevano far riferimento i ragazzi dell’ultima per guadagnare la qualificazione e magari eliminare il pericoloso Florian. Greg, insieme con il giovanissimo Luca De Tullio, era fra questi ragazzi: «Sapevamo adesso che dovevamo faticare, che non sarebbe stata una gara semplice». Non bisognava nuotare alla camomilla ma al peperoncino. Lo facevano. In quattro andavano più veloci di Wellbrock, che così non farà la finale. I quattro erano l’irlandese Wiffen (7:43.81), l’americano olimpionico Finke (7:43.87), l’ucraino solito, Romanchuk (7:44.07) e lui, Greg, 7:44.89, che risultava così il settimo tempo nel ranking di qualificazione. «La finale sarà una gara tutta diversa» ha detto Paltrinieri, che nuoterà nella corsia numero 1, un bel ricordo perché proprio in quella postazione inventò la gara vincente dei 1500 mondiali a Budapest. Chissà che inventerà, stavolta, ma aveva l’aria furbetta.
«Ci vorrà una diversa distribuzione e una diversa intensità» diceva Greg «ma io sono tornato dal mare che mi sento meglio. Ho speso tanto lì, però domani saranno tutti in condizioni di vincere». Dove il “saranno” sta per “saremo”, anche se sarà durissima: il teenager australiano Short (classe 2003) è apparso tremendo e sfacciato nella sua condotta di gara. E questo incrocio a metà strada tra quattrocentisti e marinai è uno splendido rebus. L’altra azzurro, Luca De Tullio, il fratello minore, ha fatto più della sua parte, chiudendo in 7:46.87 quasi un secondo sotto il suo personale: più che di migliorarsi cosa puoi chiedere a un nuotatore?