Atletica, Larissa Iapichino debutta oggi nei 60 metri all'Ancona Indoor

Larissa Iapichino comincia la stagione che la porterà ai Giochi nel salto in alto e lo fa sui 60 piani. Ecco gli altri che corrono e saltano

Domenica 14 Gennaio 2024 di Piero Mei
Larissa Iapichino

Lo faceva Carl Lewis, il “figlio del vento” come lo chiamavano, il “secondo miglior atleta del mondo” come lo definì, in una storica maglietta da lui indossata, il decathleta inglese Daley Thompson, che si riteneva il primo a Los Angeles ’84 (concludeva la scritta impertinente con una domanda che oggi la cultura woke giustamente condannerebbe: chiedeva e si chiedeva se Carl fosse gay, che anche nel caso chisseneimporta). Lo farà anche la figlia di Fiona May e di Gianni Iapichino (che oltre che il papà è anche l’allenatore) Larissa, atleta italiana classe 2002.

La ragazza fiorentina va veloce verso Parigi 2024, specialità del salto in lungo nella quale ha già raggiunto (e non ha ancora 21 anni) alcuni dei record italiani della sua mamma. Larissa farà il suo debutto stagionale nello sprint: parteciperà oggi ad Ancona alla gara indoor dei 60 metri, prima di dedicarsi alla pedana del lungo, nella quale esordirà nel meeting di Dusseldorf il 4 febbraio, in casa della campionessa mondiale ed olimpica, la tedesca Malaika Mihambo che ha il padre originario di Zanzibar (come Freddie Mercury).

Poi la Iapichino mirerà ai mondiali indoor di Glasgow (1-3 marzo) per uscire quindi all’aria aperta, destinazione Roma europea a giugno e successivamente Parigi olimpica. L’incursione nella velocità è finalizzata a questi più importanti impegni. Il connubio fra sprint e salto è un must: la velocità è una delle competenti fondamentali per i saltatori. La diversificazione degli impegni è anche un buon antidoto contro l’ossessiva ripetitività del gesto che, insieme con la ricerca della perpetua performance, molto ha contribuito alla recente pandemia di depressione di tanti campioni di ogni sport, un rosario di uomini e donne d’oro.

Per Larissa è un’esigenza tecnica, per Carl Lewis era un’esigenza di vita che lo portò a vincere quattro ori a Los Angeles ’84 come aveva fatto Jesse Owens, l’ex lustrascarpe nero, a Berlino ’36, con l’ira di Hitler. Anche le ragazze hanno tentato questa combinazione: lo fece, ai tempi della Ddr, Heike Drechsler, che è tuttora primatista del mondo del salto in lungo versione indoor (7,37) ma che è stata recordwoman anche all’aperto sia nel lungo (7,48) che nei 200 metri (21.71), curiosamente per la statistica condividendoli entrambi, quello del salto con l’americana Jackie Joyner e con la sovietica Cistjakova, quello dello sprint lungo con se stessa e con la sua concittadina Marita Koch. La Drechsler superò indenne decine di controlli antidoping che la perseguitarono specialmente dopo la riunificazione della Germania. La stessa sorte non toccò invece all’americana Marion Jones, un’altra ragazza sprint e saltatrice, che fu privata di tutti i record e delle cinque medaglie vinte a Sydney 2000 quando venne coinvolta nello scandalo Balco e dell’ormone della crescita: alla fine confessò. Salto e velocità non vanno a braccetto solo in estensione, ma anche in altezza. Lo sprint è uno dei segreti dell’uomo volante, lo svedese Armand Duplantis, primatista del mondo del salto con l’asta (6.23: lo ha fatto suo da 6.17 in poi, un centimetro e un assegno premio per volta, senza sprecare né centimetri né dollari). Nel 2018 Duplantis, anche lui allenato dal papà, ha corso i 100 metri in 10.57. Se ci si dedicasse a tempo pieno…

Ultimo aggiornamento: 12:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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